Riapre i battenti in Ghetto il “tempio” della movida

Conto alla rovescia per la riapertura del “Dhome”. Il locale di via delle Beccherie - in passato bersaglio di forti proteste da parte dei residenti esasperati per la musica sparata a volumi giudicati anche da Polizia locale e pm troppo elevati - è stato dissequestrato dalla Procura e ora, dopo una serie di lavori interni, si prepara a ripartire il 10 dicembre. Titolo della serata “Habanero”, un nome che agli amanti della musica e delle feste rievoca le serate della passata estate sull’Antica Diga.
L’attività del locale, come detto già al centro di tante polemiche, riparte dunque dal piano interrato, quello dedicato a chi vuole fare quattro salti. Uno spazio, assicurano i titolari, completamente rivisitato, che si prepara ad ospitare, dopo la serata-lancio, i festeggiamenti per la notte di Capodanno. Alla guida del Dhome resta la società “Euromax” di Fulvio Venturi, che per questo nuovo capitolo del locale si è dotata di un rinnovato staff e di diversi collaboratori capaci di dare un volto diverso all’esercizio. Perché riaccendendo le sue luci, il “Dhome” vuole chiudere la porta con il passato e con quella serie infinita di polemiche, proteste, raccolte di firme dei residenti del Ghetto. Dhome nel tempo è stato sottoposto a controlli di ogni tipo dai quali oggi pochi locali a Trieste uscirebbero indenni.
Passando in Ghetto, vedere quel locale chiuso, sbarrato, con le luci spente, lasciava tutti perplessi. Dal giorno della sua inaugurazione, nel giugno del 2014, era diventato uno dei punti nevralgici della movida cittadina. Dhome è stato realizzato trasformando in discobar un vecchio magazzino di proprietà del Fondo Mascagni che fa capo a Generali Real Estate. Un impegnativo intervento di riqualificazione per la zona. Ma da quando la musica aveva cominciato a suonare, alcuni residenti avevano sollevato pesanti contestazioni. E nel giugno del 2015 il giudice Luigi Dainotti aveva disposto, su richiesta del pubblico ministero Antonio Miggiani, un decreto di sequestro preventivo dei sofisticati impianti musicali del locale di Cittavecchia. Dal giorno dell'inaugurazione al momento del sequestro, la Euromax aveva già avviato alcuni interventi tecnici per ridurre schiamazzi e disturbi della quiete pubblica, ritenuti però da più parti insufficienti. Da mesi tecnici e operai stanno lavorando per dotare il Dhome di particolari dispositivi capaci di insonorizzare ulteriormente la struttura e evitare qualsiasi problema legato all'acustica. «La delicata fase delle verifiche fatte in contraddittorio con la Procura - spiega Piero Santi, legale della Euromax - si è svolta con un clima assolutamente tranquillo, senza tensioni, proficuo. Di qui la scelta del dissequestro. La Euromax - sottolinea - prima di ripartire con l'attività ha preferito fare ulteriori investimenti che consentano di lavorare senza andare incontro ad alti problemi».
Venturi, che preannuncia parecchie sorprese per chi rivedrà il locale rivisitato, anticipa che «la selezione musicale proposta dal nuovo Dhome - spiega - sarà tale da escludere un certo tipo di clientela indesiderata». Musica non di nicchia ma a volumi meno elevati di quelli proposti in una vera e propria discoteca. L'obiettivo, insomma, è quello di attrarre solo la clientela che vuole divertirsi senza eccessi, lasciando fuori eventuali avventori sopra le righe, capaci di creare problemi dentro o fuori dal locale malgrado il servizio di sicurezza.
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