Ricerca avanzata alla Pediatria di Monfalcone

Da circa tre anni presso l’unità operativa di Pediatria dell’ospedale S. Polo si sta svolgendo un importante lavoro di ricerca che potrebbe avere significative ricadute sulla comprensione e, quindi sulla prevenzione e sulla cura di sindromi come l’autismo. In sostanza la ricerca si pone il quesito se l’auto percezione dei bambini nei primi giorni di vita sia la semplice conseguenza dell’adattamento filogenetico ovvero sia influenzata dalle stimolazioni sociali che riceve dall’ambiente circostante. I risultati della ricerca hanno confermato la validità della seconda ipotesi. Come spiega la dottoressa Danica Dragovic, direttore del dipartimento Materno-infantile del S. Polo, “studiando le reazioni cerebrali dei neonati abbiamo potuto dimostrare che l’interazione con gli stimoli ambientali inizia già dalle primissime ore di vita e che, quindi, fattori fondamentali per la percezione del proprio corpo sono presenti fin dalla nascita.” L’esperimento è stato condotto dalla dottoressa Teresa Farroni, docente presso il dipartimento di Psicologia dello sviluppo dell’Università di Padova, che con il suo team ha misurato il comportamento visivo di 40 neonati in relazione a stimolazioni visivo-tattili, dimostrando che questi sono capaci di elaborare l’informazione proveniente da diversi canali sensoriali, in particolare quando lo stimolo visivo ha una rilevanza per il loro corpo. L’esperimento consisteva nella presentazione di un video a 20 neonati, seduti sulle ginocchia di uno sperimentatore, raffigurante un volto di un bambino che veniva sistematicamente toccato sulla guancia con un pennellino. Nello stesso momento, o con un leggero ritardo temporale, lo sperimentatore toccava la guancia corrispondente del neonato. Il video con lo stesso volto, ma questa volta invertito (capovolto) e perciò non associabile al proprio corpo, è stato mostrato ad altri 20 neonati. «I dati rilevati dall’osservazione del comportamento visivo dei neonati – ci dice la dottoressa Farroni – hanno mostrato la preferenza per lo stimolo visivo perfettamente sincrono soltanto durante la visione del primo video, dove potevano indentificarsi con il corpo del bambino raffigurato con il volto dritto».
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