Riesplode lo scontro sulle azioni Hera

Il tema della ripubblicizzazione del servizio idrico infiamma la terza commissione consiliare. Due le mozioni discusse pressoché identiche: una presentata dai consiglieri di maggioranza (Cimolino,...

Il tema della ripubblicizzazione del servizio idrico infiamma la terza commissione consiliare. Due le mozioni discusse pressoché identiche: una presentata dai consiglieri di maggioranza (Cimolino, Reali, Cetin e Mozzi) impegna sindaco e assessore competente ad «avviare uno studio di fattibilità al fine di valutare la futura possibilità di una scelta in questa direzione da parte dell’amministrazione comunale». L’altra, siglata dal capogruppo di Forza Italia Bertoli, invita la giunta a «produrre una relazione dettagliata per capire se il Comune ha avviato le procedure per adempiere alle previsioni dei referendum sull’acqua del 2011 e quali sarebbero a quel punto costi e oneri a carico dell’amministrazione». A scatenare la reazione dell’opposizione il fatto che nella prima mozione si parla di «effettuare come scelta ultima la vendita delle azioni, nella quota minima necessaria, dopo aver valutato ogni altra possibilità ed ogni altro percorso alternativo per la realizzazione di opere pubbliche indispensabili per la comunità». Chiaro il riferimento alla delibera recentemente approvata che prevede la possibile cessione di azioni del gruppo Hera che controlla AcegasApsAmga. «Vogliamo che sia fatta chiarezza su quello che è stato fatto dal 2011 ad oggi - attacca Everest Bertoli -. Dobbiamo uscire da quella che è una evidente ipocrisia da parte del Pd: esiste un limite alla dignità umana». A rincarare la dose Piero Camber (Fi): «Siamo di fronte ad un atteggiamento contraddittorio e ad una presa in giro spaventosa. Non si può andare in una direzione e poi fare esattamente l’opposto per lavarsi la coscienza» e Lorenzo Giorgi (capogruppo Pdl): «È una mozione non credibile che va ritirata: esistono dignità e serietà». Particolarmente duro l’intervento di Paolo Menis (M5 Stelle): «Siamo di fronte ad una vera e propria provocazione da parte dei consiglieri Pd: questa è non solo una enorme presa in giro, ma un’offesa per il Consiglio comunale e per l'intera città». La risposta nelle parole della consigliera Tiziana Cimolino (Pd), prima firmataria del documento: «Abbiamo semplicemente chiesto che venga chiarito l’argomento attraverso un approfondimento con gli uffici tecnici: noi siamo a posto con la nostra coscienza, poi non è detto che tutti la vedano allo stesso modo». Concetti ripresi da Cesare Cetin (Trieste Adesso): «In questa mozione c’è indubbiamente qualche forzatura, ma farei attenzione prima di parlare di giochetti di coerenza». Per Bassi (Gruppo Misto) e Sossi (Sel) «sono necessari approfondimenti tecnici», mentre per Furlanic (FdS) si tratta di una mozione «quantomeno inadeguata». Alla fine entrambe le mozioni sono state licenziate dalla commissione. Prossima puntata in Consiglio comunale. (p.pi.)

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