Rimane senza casa si accampa a Ronchi fuori dal municipio

La donna di 42 anni strappa un appuntamento al sindaco ma resta a dormire in tenda. Sul posto il parroco e la polizia
Di Luca Perrino

RONCHI DEI LEGIONARI. Ha bussato a mille porte. Si è fatta aiutare dagli amici. Ha atteso a lungo una risposta. Poi, stremata e sfiduciata, ha preso l’amara e non facile decisione. Ha preso una tenda ad igloo e si è accampata in un’aiuola tra il palazzo municipale e la biblioteca comunale. È successo nel tardo pomeriggio di ieri, a Ronchi dei Legionari, tra la curiosità infreddolita di molti e l’indifferenza di tanti.

Ha sfidato il freddo pungente, Maura Cassani, 42 anni, separata e con due figlie di 10 e di 7. Non ha un lavoro regolare e ciò non le permette certo di accedere a un mutuo per comprarsi una casa. E non avendo un alloggio ha persino perso la patria potestà delle due figlie che, ora, vivono con l’ex marito. Ma che vede regolarmente e aiuta a fare i compiti.

«Non posso continuare a dormire sul divano di qualche amico che mi ospita - dice piangendo - e non posso nemmeno permettermi di comprare un immobile, dove poter assistere e coccolare le mie bambine. In tutto questo tempo è vero che sono stata seguita dalle assistenti sociali, ma è anche vero che sono alla centodiciassettiesima posizione nella graduatoria dell'Ater e, quindi, chissà quando potrò avere quattro mura».

La donna ha chiesto e ottenuto un nuovo incontro con il sindaco, Roberto Fontanot, incontro che avverrà questa mattina, ma, sino a tarda sera, è stata irremovibile. «Non mi sposto da qui sino a quando non avrò ottenuto risposta - ripeteva Cassani - anche perché so che ci sono alloggi liberi e allora penso che chi di dovere dovrebbe prendere una decisione, non certo permettere che una persona dorma per strada».

La donna ha ricevuto la solidarietà del parroco di San Lorenzo, don Renzo Boscarol, che ha cercato a lungo di distoglierla dalla volontà di trascorrere la notte all’addiaccio. Sul posto anche una pattuglia dei Carabinieri della locale stazione e della Polizia locale che ha avvisato il primo cittadino chiedendo di ricevere la signora al fine di cercare una soluzione. «Ho lavorato per tutta la vita - spiega - e ho ben 22 anni di contributi pagati. Quando ho avuto la mia prima figlia ho deciso di fare la mamma e, quindi, sono rimasta a casa. Poi mi sono arrangiata e ancora oggi lavoro nelle famiglie dove faccio le pulizie. Non sono mai rimasta con le mani in mano e penso di meritarmi un poca di attenzione. Non solo vane promesse». Una casa in affitto, qualche tempo fa, l'aveva trovata. «Ma la persona che mi aveva dato un appartamento in affitto - prosegue - non mi trattava bene e io ho una dignità di donna e di madre. Allora ho deciso di andarmene, ma proprio in conseguenza a ciò non mi è stato più possibile tenere a casa le mie figlie. Posso vederle quando voglio, questo è vero, visto che il mio ex marito non mi nega questo diritto. Ma questa non è vita».

Cassani ricorda come proprio dai servizi sociali del Comune abbia avuto la proposta di andare da un’affitta camere. «Ho visto il luogo - sono le sue parole - ed è popolato tra trasfertisti dipendenti del cantiere di Panzano. Non ce l’ho certamente con loro, ma non è un luogo dove portare due figlie. Non cerco pietà o aiuti particolari. Non desidero trattamenti di favore, ma non posso nemmeno accettare di vedere alloggi sfitti e trovare come una soluzione quella di montare una tenda e dormire davanti al municipio».

Un altro episodio drammatico, segno dei tempi. Anche a Ronchi dei Legionari, dove cresce il numero delle persone che bussano la porta del municipio per chiedere una mano.

Recentemente la municipalità ronchese ha ampliato il fondo messo a disposizione per il taglia affitti o per i contributi che vengono assegnati a chi voglia mettere qualcosa sotto i denti. Ma sembra essere ancora troppo poco, perché il lavoro manca e le prospettive di crescita sembrano essere ridotte all’osso.

@luca_perrino

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