Risorgive del Timavo Via al ripristino ma non per l’argine

DUINO AURISINA. È finalmente decollato il lavoro di maquillage che riguarda tutta l'area delle risorgive del Timavo, una delle zone naturalisticamente più pregevoli del Comune di Duino Aurisina, primo sito visitabile dai turisti che trapassano il confine con l'Isontino e principale porta d'ingresso della Provincia di Trieste. Insoma, un bel biglietto da visita, tutto da valorizzare.
Ma poco più in là resta l'allerta per il crollo dell'argine della terza foce: il corso d'acqua, causa le abbondanti precipitazioni, appare molto ingrossato e si temono ulteriori cedimenti. Insomma, il lavoro di ripristino rischia di rimanere a metà, con tutto quello che ne consegue non solo sotto il profilo dell’aspetto paesaggistico ma anche sotto quello, forse ancor più importante, della sicurezza. Per visitatori ma anche per i residenti.
La prima a protestare per l'impossibilità ad attuare un intervento di sistemazione urgente è l'amministrazione comunale, che reputa “paradossale” il blocco al palo dell'opera solo perché trattasi di una manutenzione straordinaria e come tale resta congelata dall'ormai famigerato patto di stabilità, mentre interventi sicuramente importanti, ma sotto il profilo della sicurezza senz'altro meno impellenti, possono regolarmente progredire.
I lavori alle risorgive, dunque. La risistemazione delle aree attigue l'antica chiesa di San Giovanni in Tuba e delle sorgenti del Timavo è ufficialmente partita. L'intervento è a cura dell'impresa che si è aggiudicata l'appalto comunale, vale a dire la Martina srl di Codroipo.
Il maquillage, progettato dall'architetto Lucio Ceschia e finanziato dalla Regione, tende a “riqualificare un'area tra le più interessanti della provincia di Trieste, sia dal punto di vista naturalistico che storico, ma che purtroppo versava in cattive condizioni e non rappresentava perciò un bel biglietto da visita per il territorio”, come sottolinea l'assessore ai Lavori pubblici, Andrej Cunja.
«Verranno ricostruiti dei muri e delle scalinate che erano crollati - riferisce - e rifatti dei percorsi interni, oltre all'installazione di parapetti verso le acque del Timavo. Questi lavori ridaranno così decoro alla porta d'ingresso nella Provincia».
Intanto, come si diceva, qualche decina di metri più a valle c'è stato il crollo dell'argine alla terza bocca del Timavo. «La struttura – osserva Cunja - è ancora lì ad attendere una ricostruzione e le acque percolano sotto i campi limitrofi. Il fiume ha una portata notevole ormai da settimane, perciò l'erosione della sponda non fa che progredire. È paradossale osservare che un intervento come quello di riqualificazione ambientale delle fonti del Timavo, importante, ma non certo al vertice delle priorità, possa essere messo in atto, mentre un'operazione di messa in sicurezza, per la quale tra l'altro i fondi ci sono, rimane ferma al palo».
«Tuttavia – conclude l'assessore - le demenziali norme che regolano il patto di stabilità classificano il primo come manutenzione ordinaria e pertanto fuori dalle grinfie del patto, mentre la seconda, nonostante si tratti di un intervento di Protezione civile, vi ricade in pieno. L'amministrazione l'ha messa in testa alla lista degli interventi da attuare, assieme al MiniMose, ma per poterle dare corso ha bisogno di conoscere gli spazi finanziari in riferimento al saldo di competenza mista che la Regione le concederà (tempo: fine aprile, ndr) per poi poter finalmente approvare il bilancio preventivo. Cosa ci sia infine di preventivo in un bilancio da approvare ormai a metà di un'annualità è un altro mistero...»
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