«Rita Levi Montalcini, esempio di tenacia»

Aula magna di Cattinara intitolata alla scienziata. La nipote Piera: «Ricordava Trieste con piacere»
Foto Bruni 26.06.13 Ospedale di Cattinara-aula magna:intitolazione a R.L.Montalcini-Cobello e Piera Montalcini
Foto Bruni 26.06.13 Ospedale di Cattinara-aula magna:intitolazione a R.L.Montalcini-Cobello e Piera Montalcini

«Tutti dicono che il cervello sia l’organo più complesso del corpo umano: come medico potrei anche acconsentire, ma come donna vi assicuro che non c’è niente di più complesso del cuore». È uno dei tanti pensieri che hanno contraddistinto la vita e l’opera di Rita Levi Montalcini, ed è stato scelto simbolicamente nella giornata in cui alla grande scienziata e premio Nobel per la Medicina è stata ufficialmente intitolata l’aula magna dell’ospedale di Cattinara. Una cerimonia che si è svolta alla presenza di una folta cornice di pubblico e autorità e che ha vissuto il suo momento più alto quando a scoprire la targa a lei dedicata è stata la nipote Piera, ingegnere elettronico e imprenditrice, impegnata in politica e nel sociale.

«Per me si tratta di un giorno indimenticabile - ha commentato Piera Levi Montalcini -. La cosa che contraddistingueva di più mia zia era il desiderio di aiutare gli altri: la sua capacità di trasmettere il pensiero era contagiosa e proprio per questo era amata da tutti. Non si è mai sentita un personaggio pubblico e questa è sempre stata la sua forza. Era una donna molto sensibile, fragile ma al tempo stesso resistente. Trieste è una città che ricordava con piacere, sia per le eccellenze scientifiche, sia per la capacità di accoglienza».

E c’è sempre stato un legame forte tra Rita Levi Montalcini e Trieste, a iniziare dal conferimento della laurea Honoris causa avvenuto nel maggio del 1991 all’Università. In quella occasione, la scienziata spiazzò tutti tenendo una Lectio magistralis non sulle scoperte scientifiche che le valsero il Nobel per la Medicina nel 1986, bensì sui diritti ma soprattutto sui doveri dell’uomo alle soglie del terzo millennio. Una serie di concetti, dal rispetto della dignità umana all’aiuto dei più deboli, dalla protezione dell’ambiente fino al mantenimento della pace, che poi ispirarono la “Carta dei doveri umani” che fu promulgata un paio d’anni più tardi proprio a Trieste.

«Questa intitolazione è un grande onore per tutta la città - ha dichiarato Francesco Cobello, direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria -. Vogliamo ricordare una figura che ha saputo distinguersi nella ricerca applicata e nell’impegno umano: un grande esempio di tenacia e caparbietà». Concetti ribaditi da Sergio Paoletti, rettore dell’Università cittadina: «La collaborazione tra Azienda sanitaria e ricerca non poteva avere un’ala protettiva migliore - ha dichiarato Paoletti - Rita Levi Montalcini è stata un medico ma anche una grande ricercatrice: l’intitolazione dell’Aula magna, luogo dove si tengono le cerimonie più importanti, non può che assumere un significato particolare».

Pierpaolo Pitich

Riproduzione riservata © Il Piccolo