Ritrovato a Gradisca libro del ’700 sulla storia cittadina

di Luigi Murciano
GRADISCA
Era l’anello mancante di uno degli archivi parrocchiali più rilevanti e meglio conservati della diocesi, fatto di manoscritti pazientemente vergati dai sacerdoti che annotavano non solo gli atti ecclesiastici, ma anche riferimenti alla vita della città. Ma da qualche giorno quel tomo settecentesco che pareva ingoiato per sempre dall’oblio, è ritornato in possesso dell’Unità pastorale di Gradisca. Aprendo prospettive inedite di ricerca storica.
La notizia dell’eccezionale ritrovamento è stata data – a sorpresa - dallo studioso Vanni Feresin, che sta schedando da più di un anno il poderoso archivio parrocchiale del duomo, nel corso della presentazione del volume “Campane e Campanili di Gradisca” di Andrea Nicolausig avvenuta prioprio in duomo. Feresin ha riconsegnato il volume mancante nelle mani del parroco don Maurizio Qualizza.
Le cronache parrocchiali di Gradisca d’Isonzo costituiscono uno degli archivi più completi, per ricchezza e stato di conservazione dei documenti registrati sin dal ’500, dell’intera diocesi e forse dell’intera regione. Tanto da essere stato posto sotto tutela dalla Sovrintendenza regionale ai Beni archivistici. L’unico cruccio degli storici era proprio la mancanza del terzo tomo. Un volume settecentesco dato per perso ormai da quasi 40 anni. Finito per sbaglio in qualche scatolone ha peregrinato, anche a motivo degli ingenti interventi di restauro della canonica, fra le soffitte delle parrocchie e Palazzo Coassini.
Unico indizio sulla sua misteriosa scomparsa, il ritrovamento fra le pagine del volume di una cartolina posta a segnalibro, risalente agli anni ’70. «Il ritrovamento apre inaspettate prospettive di ricerca sulla storia della Chiesa isontina e della città di Gradisca. Un autentico regalo di Natale, tanto quanto la ricerca di Andrea Nicolausig su chiese e campanili della cittadina» ha affermato don Maurizio Qualizza.Dduomo affollato in occasione della presentazione del libro di Nicolausig, destreggiatosi anch’egli fra i meandri dell’archivio parrocchiale, e di altri archivi della regione, per il suo volume “Campane e campanili” di Gradisca. A Maria Masau Dan, direttrice del Museo Revoltella, il compito di introdurre la ricerca. Sono intervenuti poi il già citato Feresin e Giulio Tavian che hanno fornito rispettivamente un approccio storiografico e tecnico al lavoro di Nicolausig. Attraverso il suo amore per l’arte campanaria il giovane ha raccontato la storia di una comunità dalla prospettiva dei suoi campanili. Il volume - edito dai Campanari del Goriziano e dall’Istituto di storia sociale e religiosa, intervenuto con il suo presidente Liliana Ferrari - racconta le vicissitudini e le caratteristiche tecniche delle campane del duomo, dell’Addolorata e di Santo Spirito. Ma non tralascia le campane minori, come quelle delle chiese di San Giovanni, di cappella Rosolen, della tenuta Frei-Feld, o dell’ormai distrutta chiesa di S. Giovanni in Castello.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo