Rock e tribali al Tattoo Festival

Musica, performance e tanto inchiostro. Sono questi gli ingredienti del “Trieste Tattoo Expo”, giunto ormai alla quarta edizione. Fino a questa sera al Salone degli incanti sarà possibile trovare decine di tatuatori, partecipare al “tattoo contest” o comprare anelli e piercing per tutte le tasche e per tutte le parti del corpo. I tatuatori sono arrivati da ogni parte d'Italia e dall'estero. Fra di loro c'è anche Brent McCown, un neozelandese specializzato in tatuaggi tribali che realizza con strumenti tradizionali. Ma non mancano bancherelle di vestiti e un bar dove concedersi una birra dopo essere passati sotto gli aghi.
La colonna sonora della manifestazione è un misto di musica rock e di ronzio delle macchinette per tatuare. Tra il pubblico in molti sfoggiano scritte e disegni su tutte le parti del corpo. E anche se non mancano persone arrivate qui più per curiosare che per farsi “timbrare”, sono in molti quelli che decidono di portarsi a casa un ricordo della manifestazione letteralmente indelebile. «Ultimamente molti vogliono i tatuaggi classici della tradizione occidentale come i cuori e i teschi - racconta Michele, tatuatore dello studio Inkamatic - ma ci sono persone che chiedono di tutto. Noi non sconsigliamo mai nulla, a parte il tatuaggio fatto in casa».
Al Trieste Tattoo Expo è possibile trovare gente di tutti i tipi. C'è un ragazzo arrivato qui per farsi tatuare sulla schiena un ritratto di Simoncelli, il giovane motociclista morto poche settimane fa durante il Gran Premio della Malesia. O una turista americana con i capelli blu che si fa mettere un piercing all'ombelico. Oppure chi, come Massimiliano, non si farebbe mai un tatuaggio, ma è venuto qui semplicemente per respirare l'atmosfera carica d'inchiostro e per passare una giornata diversa dal solito. Mentre i tatuaggi vengono realizzati, nei clienti si notano essenzialmente due tipi di reazione. Alcuni, probabilmente alle prime armi, fissano con terrore la macchinetta che gli sta iniettando l'inchiostro sotto pelle. Altri, evidentemente veterani, chiacchierano serenamente oppure sfogliano con noncuranza una rivista. Ma fra gli stand è anche possibile semplicemente ammirare gli artisti all'opera, oppure sfogliare i libri pieni di disegni che ogni studio espone. E oltre ai tatuaggi, si possono trovare attrezzature professionali, aghi e inchiostri. E ancora libri, riviste specializzate e ciondoli a forma di lamette da barba, pistole o tirapugni. Ci sono persino dilatatori per i lobi di ogni misura e foggia. «In un mese e mezzo possono allargarti il buco dell'orecchino fino a più di quattro centimetri - racconta Arcangelo -. Ma se poi lo togli, basta fare qualche punto di sutura, tagliare la parte di lobo che avanza e tutto ritorna come prima».
Giovanni Ortolani
Riproduzione riservata © Il Piccolo