Romans tra i gruppi e Staranzano tra i carri dominano la sfilata del carnevale goriziano

I vichinghi e le atmosfere anni ’50 hanno conquistato la giuria La manifestazione ha attirato in centro migliaia di spettatori 
Bumbaca Gorizia 24.02.2019 Sfilata Carnevale Gorizia, 13 Romans © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 24.02.2019 Sfilata Carnevale Gorizia, 13 Romans © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

l’evento



Allegro, tenero, innocente, incline all’alcol ma con bonarietà. Oppure attento ai temi sociali, indifferente alla politica, amante delle fiabe e dei colori più cangianti. Parliamo del Carnevale goriziano e della 16ma edizione della sua sfilata che ieri ha stravolto il centro a partire dal primo pomeriggio. Uno sconvolgimento nel senso buono del termine, dato che l’organizzazione della Pro Loco e del Comune è stata certosina, con un accurato timing nella gestione del percorso che ha visto susseguirsi 12 gruppi mascherati e 9 carri. Tutto come previsto, tranne che per il carro di Buja, assente per un problema tecnico. Il pubblico invece non è mancato ed era piuttosto numeroso ai bordi delle varie strade del centro interessate dall’evento, con tantissimi soprattutto in via Boccaccio da dove è partito il corteo.

Complessivamente, una scommessa vinta per tutti, al di là dei primi classificati ufficiali. La formula sembra piaciuta e ha destato interesse. Complice il bel tempo con una temperatura fortunatamente in salita, la musica, le coreografie. L’insieme, in sintesi, è sembrato una festa di tutto rispetto. Maschere in giro pochine, più che altro bambini, mentre i “grandi” erano strategicamente intenti a occupare le postazioni migliori, soprattutto nei vari bar da cui si poteva gustare la sfilata. Difficile seguire tutto il percorso a piedi, durato più di due ore, ma la manifestazione si è rivelata anche una buona occasione per lasciarsi andar a soste con patatine fritte, frittelle, dolciumi e calici. Difficile dare una chiave di lettura d’insieme della varie proposte, anche se c’è da dire che in tutti i casi i costumi sembravano scelti con cura e senza badare troppo a spese. I carri naturalmente sono stati i più spettacolari, anche se alcuni gruppi si sono distinti.

In apertura i bimbi della Scuola primaria “Sant’Angela Merici” di Gorizia, con la scuola ricostruita a fare da apripista, aveva un che di commovente. Interessante poi il gruppo ispirato al Messico proveniente da Monfalcone, il quale ha saputo fondere l’aspetto mortifero e insieme colorato del paese sudamericano. Curioso poi un minicarro dedicato agli Aristogatti e simpatico quello ispirato ai No-Vax, dove la polemica che si immagina è stata stemperata tra riferimenti al bere e una folla di paramedici danzanti. Bello anche il tuk-tuk di Marcottini inspirato a Bollywood e imponenti tutti i carri. Per dirne alcuni, Aladdin e la sua lampada ingolfata da Duino e Medeazza o i carri “ecologisti” come quello da Prepotto che ha messo in luce il tema dell’inquinamento dovuto alla plastica, come pure quello di Savogna d’Isonzo, preoccupato per la salute dei pesci e del mare. Le premiazioni si sono tenute poi ai Giardini pubblici. Termina così la sfilata apripista del Carnevale isontino che di certo non finisce qui.

Dal 28 febbraio si ricomincia con il matrimonio di Bepo Zanet e Milojka, il Carnevale in via Rastello e altre iniziative per terminare il 6 marzo con le Ceneri. Le nostre, se ci siamo divertiti troppo, o per tutti gli altri le più tradizionali. –



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