Ronchi apre la villa romana alle visite e agli spettacoli
Nel piano dell’amministrazione l’ampliamento degli orari anche per valorizzare l’antiquarium che conserva reperti e una collezione di ricordi legati a D’Annunzio

RONCHI DEI LEGIONARI. L’occasione l’ha offerta, nei giorni scorsi, la presentazione, in consiglio comunale, del documento unico di programmazione 2018-2020, principale strumento per la guida strategica e operativa dell’amministrazione comunale di Ronchi dei Legionari. Anche nel settore della cultura che la municipalità retta dal sindaco, Livio Vecchiet, ritiene stategico e molto importante per il futuro della cittadina. Un programma, quello illustrato dall’assessore alla Cultura, Mauro Benvenuto, che punta alla valorizzazione dei beni e delle attività culturali sul territorio. La valorizzazione degli spazi dedicati alla cultura e l’armonizzazione delle proposte del servizio e delle associazioni – sono le sue parole – garantiscono al territorio, già oggi, un’offerta culturale di alto livello. Ma vogliamo far di più e spingere sull’acceleratore di quelle che sono le nostre grandi peculiarietà».
Ecco che dal prossimo anno saranno garantite aperture più frequenti, non solo in corrispondenza di eventi, del sito archeologico della villa romana di via dei Raparoni e dell’antiquarium di androna Palmada che conserva una collezione di reperti provenienti dalla stessa, ma anche una ricca collezione di ricordi legati alla presenza, in città, di Gabriele D’Annunzio. Nel 1987, durante i lavori di potenziamento della rete idrica di Trieste, con enorme sorpresa vennero alla luce alcune strutture di epoca romana. Le ricerche eseguite negli anni successivi riportarono alla superficie una villa rustica di circa 600 metri quadrati le cui dimensioni si estendono anche all’interno dell’aeroporto. Nel 2006 sono iniziati i lavori di sistemazione esterna all’edificio al fine di garantire la fruizione del sito archeologico da parte dei visitatori senza compromettere la conservazione delle strutture archeologiche. Erano stati ricollocati tre pavimenti musivi, con le coperture di protezione realizzate in analogia alla prima copertura collocata dalla Soprintendenza. Doveva svilupparsi così il progetto denominato “Sulle tracce dei romani” che dovrebbe valorizzare le presenze archeologiche nella cittadina. Un progetto che prevedeva, tra l’altro, di chiedere alla Soprintendenza di trasferire quel pezzo di ponte romano che, un tempo, era stato eretto a Ronchi dei Legionari dove scorreva il fiume Isonzo.
Di reperti da vedere, anche all’antiquarium, ce ne sono molti, così come sono molte le testimonianze dannunziane che devono essere fatte conoscere maggiormente. La raccolta dedicata al “Vate”, che può contare anche sulle numerose donazioni di Adriano Ritossa, va valorizzata e promossa. Si tratta di una ricca collezione di documenti, cimeli, immagini e oggetti che ricordano proprio quel 12 settembre del 1919. D’Annunzio arrivò a Ronchi nel pomeriggio dell’11 settembre 1919 e fu ospitato in una piccola casa dell’allora via Trieste (divenuta via D’Annunzio nel 1921) dove s’affittavano camere per i viaggiatori che non trovavano ancora locande o alberghi. Passata la mezzanotte si trasferì nella casa del podestà Alessandro Blasig che in quel periodo ospitò gli uffici del municipio, evidentemente inagibile, e con i suoi ufficiali tenne il primo quartier generale di Fiume. Da Villa Blasig il poeta-comandante, il 12 settembre 1919 partì per Fiume, dando origine a quell’importante avvenimento storico che fu poi denominato l’Impresa di Fiume.
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