Rovigno rivendica Punta Corrente

Comunità Italiana: l’area boschiva spetta al Comune e non allo Stato

ROVIGNO. In città sta assumendo la connotazione di una sollevazione popolare la protesta contro il potere centrale di Zagabria, per l’intenzione di mettere le mani su 178 ettari di superficie boschiva sul mare. Tra gli immobili che fanno gola allo stato, il Parco naturale di Punta Corrente usato dai rovignesi per le scampagnate fuori porta. Come già riportato, il Consiglio cittadino e il sindaco Giovanni Sponza hanno espresso un energico “no” agli appetiti di Zagabria.

Sulla stessa linea di pensiero, la locale Comunità degli Italiani il cui presidente Gianclaudio Pellizzer sul tema ha convocato una conferenza stampa. «Siamo amareggiati - ha dichiarato Pellizzer - per il tentativo dello stato di impossessarsi dell'anima della nostra città». Queste mosse, ha aggiunto, non fanno altro che creare animosità tra i cittadini e lo stato.

Al posto del tanto atteso decentramento dei poteri decisionali e delle risorse finanziarie così ancora Pellizzer, lo stato assume posizioni ancora più rigide. Ha quindi parlato il direttore del Centro di Ricerche Storiche dell’UI Giovanni Radossi dicendo che Punta Corrente fa parte della memoria storica collettiva, importante soprattutto per gli Italiani che dopo la seconda guerra mondiale hanno scelto di rimanere a vivere a Rovigno, in Istria e in Croazia. Ricordiamo che lo Stato rivendica l’immobile in questione in virtù della legge secondo cui le superfici boschive che sotto la Jugoslavia erano proprietà sociale, con l’avvento della Croazia passano sotto lo stato. Rovigno risponde di essersi intavolata legalmente su decreto del locale Tribunale comunale quale organo del potere statale, contro il quale non è stato avanzato alcun ricorso. (p.r.)

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