Rovigno sguinzaglia vigilantes da spiaggia per il buon costume

ROVIGNO. Il paradiso swinger a Punta Croce si sta trasformando in una spiaggia di lacrime per i suoi frequentatori dopo che il sindaco Giovanni Sponza ha fatto piazzare dei gendarmi a far rispettare il pudore in luogo pubblico.
Quindi al minimo accenno di accoppiamento o altri atti libidinosi interviene la guardia che dice: «Questo non si può», indicando gli appositi cartelli collocati lungo un chilometri di spiaggia. A qualche coppia omo o etero riesce comunque una sveltina nei cespugli, però non è la stessa cosa di prima, quando orge, scambi e chi più ne ha più ne metta, rientravano nei quadretti giornalieri sulla spiaggia.
Grazie a Internet Santa Croce è diventata famosa in tutto il mondo come destinazione swinger, attirando un grande numero di amanti del sesso libero. E le loro prestazioni non passavano sicuramente inosservate, le imbarcazioni turistiche in navigazione sul Canale di Leme si fermavano anche per mezz'ora proprio per dar modo ai passeggeri armati di cannocchiale, di osservare le scene hard.
Si può dire che le barche stesse pullulavano di guardoni che pagavano il biglietto proprio con questa finalità. Qualcuno dei diretti interessati ossia dei bagnanti mugugna, altri arrabbiatissimi annunciano che chiederanno il rimborso spese all'albergo perché la spiaggia non è più come prima.
Il gestore del bar più vicino alla spiaggia paragona i sorveglianti alla polizia religiosa di Khomeini. I ristoratori della zona si lamentano del sensibile calo del giro d'affari spiegando che gli swinger sono clienti molto disciplinati e allo stesso tempo spendaccioni per cui è finito il tempo delle vacche grasse. Non sono pochi quelli che vorrebbero il ripristino della situazione precedente.
Tra questi l'architetto Bruno Poropat, consigliere municipale indipendente. «Il regime imposto dall'amministrazione cittadina - dice - sta arrecando grossi danni materiali al turismo di Rovigno che cosi sta perdendo una buona fetta di villeggianti». «Non riesco a capire - aggiunge - in virtù di quali prerogative il sindaco abbia fatto sorvegliare degli immobili che in gran parte appartengono allo Stato, pagando con i soldi dei contribuenti rovignesi». In pratica dice sconsolato Poropat, si spendono non pochi soldi per cacciare i turisti da Rovigno.
Certo però non è una bella immagine quella di Rovigno concepita come una sorta di resort a cielo aperto per amanti e praticantio dell’hard core. La Rovigno vera è un’altra, quella che trasuda storia e cultura da ogni suo poro.
(p.r.)
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