Rozzol Melara diventa il regno della street art

Rozzol Melara, costruito tra il '69 e l'82 da un gruppo di architetti guidato da Carlo Celli su commissione dell'Iacp, è oggi un quartiere con una forte identità e senso di appartenenza. «Molti arrivano qui con l'idea della periferia ghettizzata, ma le cose non stanno proprio così - spiega Federico Duse, 33 anni, nato e cresciuto qui, presidente dell'Associazione Melart, fondata nel 2006 come collettivo artistico all'interno del complesso Ater che sovrasta la città e conta circa 2500 abitanti e 468 alloggi -. Melara è già stata trasformata nel corso degli anni e dai suoi abitanti e da diversi progetti come Habitat Microaree (un programma di promozione di benessere e coesione sociale, che prende avvio alla fine del 1998 da un'intesa tra Comune, Azienda Sanitaria, Ater, con lo scopo di migliorare la qualità della vita degli abitanti, ndr). Anche la “street art” ha aiutato a identificarsi con un luogo, rendendolo più vivibile, trasformandone l'estetica e coinvolgendo altri ragazzi sia dentro che fuori il quartiere».
Ciò che non può essere costruito nel centro della città è stato costruito fuori, aprendo spazi di sperimentazione impensabili nel salotto buono della città. Quest’anno è la quinta edizione del progetto di riqualificazione artistica dello spazio costruito Rasc, che si propone in un solo anno di decorare 2500 metri quadrati di superficie all'interno del complesso Ater. Era il 2010 quando Melart, appena costituitasi associazione, lanciava il primo progetto Rasc con la decorazione dello spazio urbano e una serie di interventi pittorici in alcune aree del quadrilatero. Di lì a poco sarebbe stata la volta del primo muro legale autofinanziato “Good Morning Melara”, posto di fronte la scuola del comprensorio. In tutto, ad oggi, sono stati recuperati 1000 metri quadrati.
Duse si è trasferito in un'altra zona della città, ma continua a sentirsi legato a Melara. L'Ater ha dato i permessi e l'associazione sta praticamente autofinanziando la riqualificazione degli spazi. In passato ci sono stati degli sponsor importanti come Sandtex, che hanno dato vernici e colori e che si spera di riavere anche quest'anno.
Percorrendo i lunghi corridoi coperti e calpestando la gomma a bolle che ricopre i pavimenti, si arriva nella piazzetta coperta, equidistante dalle quattro ali. Gli spazi sono immensi e labirintici per chi viene da fuori. Da qui a dicembre è partito il recupero.
Melara raccontata da Duse diventa un posto caldo, un paese con il suo codice: «La piazzetta è il centro di Melara e ha un significato molto forte per tutti quelli che abitano qui, io ci ho passato mezza infanzia». Il murales ancora da finire, riporta le cose che vengono dette su queste panchine, i modi di dire del quartiere che gli abitanti più anziani hanno dettato agli artisti come zauca, via de là e soprattutto si legge “Benvenuto a Melara. Rispetta questo posto”. L'immagine è accogliente.«È casa nostra - spiega Duse - ed è più facile rispettare un posto se è bello». Melart nel corso della sua attività ha chiamato ad abbellire il rione artisti internazionali famosi nell'ambito della street art come il tedesco Seak e lo spagnolo Malakai. Gli artisti sono benvoluti e adottati dal quartiere: «Chiedi all'Ater il permesso per disegnare un isolotto con una palma vicino al mio portone», dice a Duse un abitante e sembra il modo tipico di Melara per riconoscere a una persona ciò che sta facendo da tanti anni per il rione. Gli stessi abitanti hanno chiesto all'associazione di recuperare lo spazio in degrado denominato GS che porta alle scuole tappezzato da scritte e che i bambini devono attraversare ogni mattina. Ci sono poi i muri giganti fuori e per quelli sarà necessario lanciare una campagna di crowd funding perché tra sei mesi al massimo Melart finirà i materiali che si è procurata da sé. Il progetto di riqualificazione di Melara secondo Duse potrebbe portare un turismo alternativo in periferia e l'Associazione ha già mappato i muri presenti in altre zone della città per creare un vero e proprio circuito che come in altre capitali europee potrebbe essere complementare al classico giro.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo