Ru486, al Burlo tutto pronto per la prima pillola

Sono state messe a punto le procedure secondo le disposizioni della Regione. Due i giorni di ricovero previsti. Nel 2008 sono stati praticati 377 aborti, di cui 115 su donne immigrate
Finita la stagione delle polemiche politiche. La Ru486, la pillola abortiva, diventa disponibile. Ieri il Burlo Garofolo, centro di riferimento anche per la ginecologia, ha annunciato di essere pronto per la somministrazione. Secondo quanto disposto dalla Regione, e in linea con la normativa: con due giorni di ricovero. «È importante - ha sottolineato il direttore generale Mauro Melato - che sia stato sottoscritto un protocollo unico in tutta la regione, permetterà alle donne di ottenere pari modalità di somministrazione e di trattamento in tutte le strutture sanitarie». Lo stesso Burlo ha collaborato con la Regione per la stesura di un documento che diventerà il ”consenso informato” da consegnare alla donna al momento di interrompere la gravidanza usando la pillola.


Ma di fronte a quelli che temono «l’aborto take away», come se fosse l’aspirina da inghiottire senza pensieri, il Burlo rassicura: non solo la donna dovrà firmare il consenso, ma - come spiega il direttore della Clinica ostetrica e ginecologica Secondo Guaschino - riceverà sostegno psicologico prima e dopo l’aborto, «e nel caso questo non sia dettato da ragioni cliniche, ma sia un gesto volontario, l’ospedale si attiverà con un aiuto ”educativo”». Metterà cioé a disposizione i contraccettivi e alcuni consigli.


La Ru486 a livello mondiale ha grande importanza soprattutto nei paesi non attrezzati con strutture sanitarie adeguate per praticare l’aborto. Anche qui, però, per molte fasce di donne straniere, il problema resta cruciale. È fra loro, infatti, che ancora si registra il numero più elevato di aborti. I dati dello stesso Burlo dicono che nel 2008 all’ospedale infantile ne sono stati effettuati 377 sui 2000 totali del Friuli Venezia Giulia, e di questi 115 hanno riguardato donne immigrate. Il 20% del totale viene effettuato entro la l’ottava settimana di gestazione. «Le donne immigrate - commenta Melato - ricorrono all’aborto quattro volte tanto le donne autoctone, e sono numeri che vanno valutati con grande serietà e responsabilità».


La Ru486 può essere assunta solo entro la settima settimana dall’inizio della gravidanza. Le statistiche regionali dicono che in un anno potrebbero essere somministrate solo 50 pastiglie. Ma a chi fa notare che il numero di interruzioni di gravidanza resta particolarmente elevato a Trieste, risponde Salvatore Alberico, direttore della struttura di Patologia ostetrica e ginecologica del Burlo: «Da noi l’incidenza elevata di aborti dev’essere ricondotta alle numerose situazioni di gravidanze a rischio che gestiamo annualmente, facendo da riferimento a livello regionale e nazionale per alcune patologie». Dunque bisogna distinguere, avverte il Burlo: certe interruzioni sono dettate da situazioni sanitarie giudicate insostenibili sia per il nascituro e sia per la mamma.


Solo pochi giorni fa la Regione ha creato il coordinamento regionale di tutte le strutture sanitarie per un ingresso concordato e uniforme della nuova legge e della nuova pillola. La Lega, anche in Friuli Venezia Giulia, ha alzato la voce per impedirne l’uso. Ma la legge comanda. Ha chiesto allora il ricovero obbligatorio per la somministrazione. Il legislatore però ci aveva già pensato.
(g. z.)
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