Sabato la grande distribuzione in sciopero

L’autunno caldo, a Monfalcone, non comincia dalle fabbriche, come sarebbe facile supporre, bensì dalle corsie dei supermercati. Braccia incrociate, sabato, per i dipendenti della grande distribuzione: di fronte alle posizioni di rigidità fin qui riscontrate nella vertenza per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro, scaduto da due anni, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno optato per le azioni forti, indicendo una giornata di «sciopero generale e unitario». Vi parteciperanno «i lavoratori delle aziende aderenti a Federdistribuzione e Distribuzione cooperativa, che in città risultano insediate con Emisfero, Despar, Coop Nordest e gruppo Limoni», come riferisce Sergio Valcovich, sindacalista della Confederazione.
Sul fronte del commercio clima teso, dunque. E se le trattative precipiteranno ancora non si esclude un prolungamento della battaglia a ridosso delle feste natalizie, con eventuali ripercussioni sui giorni clou dello shopping. «Il via libera all’astensione indetta a livello nazionale è emerso al termine di un’affollata assemblea avvenuta lunedì mattina negli spazi aziendali dell’Emisfero e che ha visto l’adesione di ben 60 persone - così Valcovich -. È stata pertanto avallata la decisione di dar vita alla protesta locale sul mancato rinnovo contrattuale nella grande distribuzione. Per la giornata del 7 novembre si è proclamato uno sciopero che dovrebbe interessare i grandi market cittadini. Davanti all’Emisfero ci sarà un’attività di volantinaggio dalle 9.30 alle 14 per sensibilizzare i cittadini, che potrebbero per quella giornata subire dei disagi nelle compere: l’adesione all’astensione dal lavoro si preannuncia elevata, non solo a livello provinciale, ma anche regionale, almeno stando alle conferme verbali registrate in sede di assemblea dai rappresentanti dei lavoratori». «Ovviamente - osserva - auspichiamo la più alta partecipazione, per dare un segnale forte».
I responsabili dei supermarket faranno di necessità virtù per coprire eventuali turni rimasti sguarniti: capireparto e vertici dovranno spaccarsi in quattro per garantire adeguatamente il servizio. Con tutte le conseguenze facilmente immaginabili in fatto di possibili disservizi. Tantè. I rappresentanti dei lavoratori fanno infatti capire che, a seguito di progressive diminuzioni salariali si è giunti al fondo e i lavoratori non possono sopportare, come invece è stato posto sul tavolo, la decisione di ulteriori tagli sugli stipendi a fronte della medesima mole di lavoro. Ricordiamo che gli operatori del settore della grande distribuzione rappresentano in città un nutrito esercito: al momento risultano infatti attivi ben dodici supermercati (escluso il punto vendita di piazza Cavour che comunque dovrebbe riaprire a dicembre), uno ogni 2.300 abitanti. E già in passato si sono registrate astensioni e iniziative d’informazione ai residenti per dissentire dalle aperture domenicali.
«Oltre al volantinaggio all’Emisfero - prosegue il sindacalista provinciale della Filcams Cgil - la giornata di protesta vedrà anche una manifestazione-presidio al Tiare di Villesse per tenere alta l’attenzione sul rinnovo del contratto nazionale di categoria, che prevede tagli a livello salariale su varie voci. Insomma, i dipendenti verrebbero pagati sempre meno a parità di mansioni». Come già precisato alla giornata di astensione parteciperanno i dipendenti di Federdistribuzione che si è staccata da Confcommercio, cui aderisce ampia parte della grande distribuzione. Quest’ultima ha invece già firmato il rinnovo del contratto nazionale, lo scorso 7 aprile, chiudendo la partita. «Le tre sigle - conclude Valcovich - hanno presentato una piattaforma unitaria in sede di trattativa, uguale per tutti i lavoratori, compresi quelli delle cooperative, affinché non vi siano più distinzioni e regimi salariali divergenti. Alla nostra unità sindacale si è invece assistito a una spaccatura sul fronte impreditoriale, con lo scostamento tra Confcommercio e Federdistribuzione».
Se questa prima mobilitazione generale non sortirà l’effetto sperato, la vertenza potrebbe vedere un’ulteriore giornata di sciopero, già fissata dalle sigle nazionali, il 19 dicembre: un colpo al cuore dei consumi a ridosso del Natale, quando il cliente manifesta più propensione a lasciarsi andare a uno shopping senza freni.
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