Safilo chiude lo stabilimento in Slovenia, il sindaco di Ormož non ne sapeva nulla

LUBIANA La ristrutturazione del gruppo Safilo, dopo aver colpito a morte il centro produttivo di Martignacco in provincia di Udine, miete un’altra vittima, questa volta in Slovenia. L’azienda, infatti, si appresta a chiudere il sito di Ormož dal prossimo giugno. Lo comunica la società, secondo la quale la chiusura «nel quadro del riallineamento della capacità industriale del gruppo alle attuali e future esigenze produttive, coinvolgerà 557 dipendenti». Questo intervento segue quelli in Italia nel corso del 2020, con la chiusura delle attività dello stabilimento di Martignacco (Udine) e la riorganizzazione dello stabilimento di Longarone (Belluno), ancora in corso.
«La già complessa situazione del sito sloveno - spiega Safilo - a livello di riduzione di volumi, dovuta alla fine degli accordi di produzione di importanti brand in licenza ed al trend in continua crescita verso prodotti in acetato, è stata aggravata dall'emergenza Covid-19 ed è diventata strutturale e non sostenibile per gli anni a venire». La chiusura di Ormož «sarebbe, inoltre, coerente con gli obiettivi di business del gruppo, volti a ottimizzare ed efficientare il footprint produttivo dell'azienda», spiega la società, confermando «l'apertura di un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali e le istituzioni volto ad individuare tutte le soluzioni utili a mitigare gli impatti sociali di questo difficile scenario».
Il direttore del servizio regionale per l’impiego di Ptuj, Tomaž Žirovnik, afferma a Rtv Slovenija di non essere stato ufficialmente informato delle intenzioni della Safilo. Ha ricordato che le fluttuazioni in questa azienda erano spesso ampie e nel migliore dei casi in essa sono state impiegate fino a 1.200 persone. «Questo sarà un grosso problema per la nostra zona - aggiunge Žirovnik - anche se sono profili lavorativi che possono trovare occupazione in questi tempi». «Tuttavia in organico, ci sono anche gruppi di operai anziani e una quota di disabili », precisa.
Anche il sindaco di Ormož, Danijel Vrbnjak, finora non sapeva nulla dei piani di Safilo, ed è sorpreso di non essere stato informato dall'azienda. Safilo è di gran lunga il più grande datore di lavoro di Ormož, per cui la chiusura dell’impianto, secondo il sindaco, determinerà un disastro sociale per il comune. Quali sono stati i risultati della Safilo di Ormož dello scorso anno non è noto, ma il 2019 si è chiuso al di sopra dei piani con un fatturato di 32 milioni di euro, circa 2,5 milioni di euro in più rispetto all'anno precedente e quasi sette milioni di euro in più del previsto. Sempre nel 2019 l’utile è stato di 800 mila euro mentre nel 2018 è stato di 1,25 milioni di euro. Safilo comunque archivia il 2020 con numeri che risentono della crisi causata dalla pandemia di Covid 19, anche se negli ultimi mesi registra un rimbalzo che fa ben sperare per l’anno. Il fatturato è sceso del 15,2% a cambi costanti e del 16,9% a cambi correnti rispetto al 2019, attestandosi a quota 780,3 milioni di euro. —
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