Sain, bruciati 300mila euro a due anziani

Anche una coppia veronese “vittima” del promotore. Presentata querela per truffa: «Gli avevano affidato i risparmi»

TRIESTE. Si è esteso fino a Verona il giro d’affari di Rodolfo Sain, 48 anni, l’ex promotore finanziario monfalconese di Banca Fideuram al centro di un clamoroso crac da oltre due milioni di euro sul quale stanno indagando i finanzieri della Tributaria coordinati dal pm Lucia Baldovin.

Nella città veneta Sain è andato diverse volte, proprio pochi mesi prima che fosse smascherato: lì i suoi clienti principali erano due anziani, marito e moglie.

Da poche settimane sono tutelati da un amministratore di sostegno nominato dal giudice. A loro, secondo l’avvocato Marianna Piva di Verona, il legale nominato dallo stesso amministratore, avrebbe spillato in poco tempo più di 300mila euro. E per questo motivo si appresterebbe a sporgere querela.

Tutto facile. Una firma in calce a un modulo, un assegno e una stretta di mano. In pratica ai due anziani - attualmente accuditi da una badante e non certo in grado di valutare con la dovuta attenzione sia le proposte del promotore residente a Monfalcone che i rendiconto “corretti” - avrebbe fatto firmare una serie di versamenti per somme particolarmente ingenti. Si parla appunto di oltre 300mila euro. Sain lo avrebbe fatto facendo credere ai due anziani veronesi che i loro soldi avrebbero reso più del 10 per cento.

Ma in realtà non era vero. Risultava solo dagli rendiconto che realizzava. Ad accorgersi degli ammanchi controllando gli estratti conto della banca è stato l’amministratore di sostegno che ha di conseguenza incaricato il legale di attivarsi nei confronti dell’ex promotore finanziario. In breve è stata fatta la “storia” di quegli assegni e si è scoperto che venivano appunto consegnati a Rodolfo Sain che andava a regolarmente a Verona.

Il fatto singolare di questa vicenda è che a fare il nome di Rudy erano stati i parenti triestini degli anziani veronesi il cui conto è stato praticamente svuotato. Avevano definito il promotore finanziario poi finito nei guai come un vero e proprio genio degli investimenti. Un esperto che anche in un periodo di recessione era in grado di offrire redditività da record, appunto il 10 per cento. Anche questi sono tra i clienti danneggiati dalle operazioni-truffa messe a segno da Sain.

L’avvocato Giovanni Borgna, il legale che assiste Rodolfo Sain, conferma che il proprio assistito si è già messo a disposizione della procura della Repubblica.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

TRIESTE. Si è esteso fino a Verona il giro d’affari di Rodolfo Sain, 48 anni, l’ex promotore finanziario monfalconese di Banca Fideuram al centro di un clamoroso crac da oltre due milioni di euro sul quale stanno indagando i finanzieri della Tributaria coordinati dal pm Lucia Baldovin.

Nella città veneta Sain è andato diverse volte, proprio pochi mesi prima che fosse smascherato: lì i suoi clienti principali erano due anziani, marito e moglie.

Da poche settimane sono tutelati da un amministratore di sostegno nominato dal giudice. A loro, secondo l’avvocato Marianna Piva di Verona, il legale nominato dallo stesso amministratore, avrebbe spillato in poco tempo più di 300mila euro. E per questo motivo si appresterebbe a sporgere querela.

Tutto facile. Una firma in calce a un modulo, un assegno e una stretta di mano. In pratica ai due anziani - attualmente accuditi da una badante e non certo in grado di valutare con la dovuta attenzione sia le proposte del promotore residente a Monfalcone che i rendiconto “corretti” - avrebbe fatto firmare una serie di versamenti per somme particolarmente ingenti. Si parla appunto di oltre 300mila euro. Sain lo avrebbe fatto facendo credere ai due anziani veronesi che i loro soldi avrebbero reso più del 10 per cento.

Ma in realtà non era vero. Risultava solo dagli rendiconto che realizzava. Ad accorgersi degli ammanchi controllando gli estratti conto della banca è stato l’amministratore di sostegno che ha di conseguenza incaricato il legale di attivarsi nei confronti dell’ex promotore finanziario. In breve è stata fatta la “storia” di quegli assegni e si è scoperto che venivano appunto consegnati a Rodolfo Sain che andava a regolarmente a Verona.

Il fatto singolare di questa vicenda è che a fare il nome di Rudy erano stati i parenti triestini degli anziani veronesi il cui conto è stato praticamente svuotato. Avevano definito il promotore finanziario poi finito nei guai come un vero e proprio genio degli investimenti. Un esperto che anche in un periodo di recessione era in grado di offrire redditività da record, appunto il 10 per cento. Anche questi sono tra i clienti danneggiati dalle operazioni-truffa messe a segno da Sain.

L’avvocato Giovanni Borgna, il legale che assiste Rodolfo Sain, conferma che il proprio assistito si è già messo a disposizione della procura della Repubblica.

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TRIESTE. Si è esteso fino a Verona il giro d’affari di Rodolfo Sain, 48 anni, l’ex promotore finanziario monfalconese di Banca Fideuram al centro di un clamoroso crac da oltre due milioni di euro sul quale stanno indagando i finanzieri della Tributaria coordinati dal pm Lucia Baldovin.

Nella città veneta Sain è andato diverse volte, proprio pochi mesi prima che fosse smascherato: lì i suoi clienti principali erano due anziani, marito e moglie.

Da poche settimane sono tutelati da un amministratore di sostegno nominato dal giudice. A loro, secondo l’avvocato Marianna Piva di Verona, il legale nominato dallo stesso amministratore, avrebbe spillato in poco tempo più di 300mila euro. E per questo motivo si appresterebbe a sporgere querela.

Tutto facile. Una firma in calce a un modulo, un assegno e una stretta di mano. In pratica ai due anziani - attualmente accuditi da una badante e non certo in grado di valutare con la dovuta attenzione sia le proposte del promotore residente a Monfalcone che i rendiconto “corretti” - avrebbe fatto firmare una serie di versamenti per somme particolarmente ingenti. Si parla appunto di oltre 300mila euro. Sain lo avrebbe fatto facendo credere ai due anziani veronesi che i loro soldi avrebbero reso più del 10 per cento.

Ma in realtà non era vero. Risultava solo dagli rendiconto che realizzava. Ad accorgersi degli ammanchi controllando gli estratti conto della banca è stato l’amministratore di sostegno che ha di conseguenza incaricato il legale di attivarsi nei confronti dell’ex promotore finanziario. In breve è stata fatta la “storia” di quegli assegni e si è scoperto che venivano appunto consegnati a Rodolfo Sain che andava a regolarmente a Verona.

Il fatto singolare di questa vicenda è che a fare il nome di Rudy erano stati i parenti triestini degli anziani veronesi il cui conto è stato praticamente svuotato. Avevano definito il promotore finanziario poi finito nei guai come un vero e proprio genio degli investimenti. Un esperto che anche in un periodo di recessione era in grado di offrire redditività da record, appunto il 10 per cento. Anche questi sono tra i clienti danneggiati dalle operazioni-truffa messe a segno da Sain.

L’avvocato Giovanni Borgna, il legale che assiste Rodolfo Sain, conferma che il proprio assistito si è già messo a disposizione della procura della Repubblica.

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TRIESTE. Si è esteso fino a Verona il giro d’affari di Rodolfo Sain, 48 anni, l’ex promotore finanziario monfalconese di Banca Fideuram al centro di un clamoroso crac da oltre due milioni di euro sul quale stanno indagando i finanzieri della Tributaria coordinati dal pm Lucia Baldovin.

Nella città veneta Sain è andato diverse volte, proprio pochi mesi prima che fosse smascherato: lì i suoi clienti principali erano due anziani, marito e moglie.

Da poche settimane sono tutelati da un amministratore di sostegno nominato dal giudice. A loro, secondo l’avvocato Marianna Piva di Verona, il legale nominato dallo stesso amministratore, avrebbe spillato in poco tempo più di 300mila euro. E per questo motivo si appresterebbe a sporgere querela.

Tutto facile. Una firma in calce a un modulo, un assegno e una stretta di mano. In pratica ai due anziani - attualmente accuditi da una badante e non certo in grado di valutare con la dovuta attenzione sia le proposte del promotore residente a Monfalcone che i rendiconto “corretti” - avrebbe fatto firmare una serie di versamenti per somme particolarmente ingenti. Si parla appunto di oltre 300mila euro. Sain lo avrebbe fatto facendo credere ai due anziani veronesi che i loro soldi avrebbero reso più del 10 per cento.

Ma in realtà non era vero. Risultava solo dagli rendiconto che realizzava. Ad accorgersi degli ammanchi controllando gli estratti conto della banca è stato l’amministratore di sostegno che ha di conseguenza incaricato il legale di attivarsi nei confronti dell’ex promotore finanziario. In breve è stata fatta la “storia” di quegli assegni e si è scoperto che venivano appunto consegnati a Rodolfo Sain che andava a regolarmente a Verona.

Il fatto singolare di questa vicenda è che a fare il nome di Rudy erano stati i parenti triestini degli anziani veronesi il cui conto è stato praticamente svuotato. Avevano definito il promotore finanziario poi finito nei guai come un vero e proprio genio degli investimenti. Un esperto che anche in un periodo di recessione era in grado di offrire redditività da record, appunto il 10 per cento. Anche questi sono tra i clienti danneggiati dalle operazioni-truffa messe a segno da Sain.

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Nella città veneta Sain è andato diverse volte, proprio pochi mesi prima che fosse smascherato: lì i suoi clienti principali erano due anziani, marito e moglie.

Da poche settimane sono tutelati da un amministratore di sostegno nominato dal giudice. A loro, secondo l’avvocato Marianna Piva di Verona, il legale nominato dallo stesso amministratore, avrebbe spillato in poco tempo più di 300mila euro. E per questo motivo si appresterebbe a sporgere querela.

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Ma in realtà non era vero. Risultava solo dagli rendiconto che realizzava. Ad accorgersi degli ammanchi controllando gli estratti conto della banca è stato l’amministratore di sostegno che ha di conseguenza incaricato il legale di attivarsi nei confronti dell’ex promotore finanziario. In breve è stata fatta la “storia” di quegli assegni e si è scoperto che venivano appunto consegnati a Rodolfo Sain che andava a regolarmente a Verona.

Il fatto singolare di questa vicenda è che a fare il nome di Rudy erano stati i parenti triestini degli anziani veronesi il cui conto è stato praticamente svuotato. Avevano definito il promotore finanziario poi finito nei guai come un vero e proprio genio degli investimenti. Un esperto che anche in un periodo di recessione era in grado di offrire redditività da record, appunto il 10 per cento. Anche questi sono tra i clienti danneggiati dalle operazioni-truffa messe a segno da Sain.

L’avvocato Giovanni Borgna, il legale che assiste Rodolfo Sain, conferma che il proprio assistito si è già messo a disposizione della procura della Repubblica.

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TRIESTE. Si è esteso fino a Verona il giro d’affari di Rodolfo Sain, 48 anni, l’ex promotore finanziario monfalconese di Banca Fideuram al centro di un clamoroso crac da oltre due milioni di euro sul quale stanno indagando i finanzieri della Tributaria coordinati dal pm Lucia Baldovin.

Nella città veneta Sain è andato diverse volte, proprio pochi mesi prima che fosse smascherato: lì i suoi clienti principali erano due anziani, marito e moglie.

Da poche settimane sono tutelati da un amministratore di sostegno nominato dal giudice. A loro, secondo l’avvocato Marianna Piva di Verona, il legale nominato dallo stesso amministratore, avrebbe spillato in poco tempo più di 300mila euro. E per questo motivo si appresterebbe a sporgere querela.

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Ma in realtà non era vero. Risultava solo dagli rendiconto che realizzava. Ad accorgersi degli ammanchi controllando gli estratti conto della banca è stato l’amministratore di sostegno che ha di conseguenza incaricato il legale di attivarsi nei confronti dell’ex promotore finanziario. In breve è stata fatta la “storia” di quegli assegni e si è scoperto che venivano appunto consegnati a Rodolfo Sain che andava a regolarmente a Verona.

Il fatto singolare di questa vicenda è che a fare il nome di Rudy erano stati i parenti triestini degli anziani veronesi il cui conto è stato praticamente svuotato. Avevano definito il promotore finanziario poi finito nei guai come un vero e proprio genio degli investimenti. Un esperto che anche in un periodo di recessione era in grado di offrire redditività da record, appunto il 10 per cento. Anche questi sono tra i clienti danneggiati dalle operazioni-truffa messe a segno da Sain.

L’avvocato Giovanni Borgna, il legale che assiste Rodolfo Sain, conferma che il proprio assistito si è già messo a disposizione della procura della Repubblica.

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TRIESTE. Si è esteso fino a Verona il giro d’affari di Rodolfo Sain, 48 anni, l’ex promotore finanziario monfalconese di Banca Fideuram al centro di un clamoroso crac da oltre due milioni di euro sul quale stanno indagando i finanzieri della Tributaria coordinati dal pm Lucia Baldovin.

Nella città veneta Sain è andato diverse volte, proprio pochi mesi prima che fosse smascherato: lì i suoi clienti principali erano due anziani, marito e moglie.

Da poche settimane sono tutelati da un amministratore di sostegno nominato dal giudice. A loro, secondo l’avvocato Marianna Piva di Verona, il legale nominato dallo stesso amministratore, avrebbe spillato in poco tempo più di 300mila euro. E per questo motivo si appresterebbe a sporgere querela.

Tutto facile. Una firma in calce a un modulo, un assegno e una stretta di mano. In pratica ai due anziani - attualmente accuditi da una badante e non certo in grado di valutare con la dovuta attenzione sia le proposte del promotore residente a Monfalcone che i rendiconto “corretti” - avrebbe fatto firmare una serie di versamenti per somme particolarmente ingenti. Si parla appunto di oltre 300mila euro. Sain lo avrebbe fatto facendo credere ai due anziani veronesi che i loro soldi avrebbero reso più del 10 per cento.

Ma in realtà non era vero. Risultava solo dagli rendiconto che realizzava. Ad accorgersi degli ammanchi controllando gli estratti conto della banca è stato l’amministratore di sostegno che ha di conseguenza incaricato il legale di attivarsi nei confronti dell’ex promotore finanziario. In breve è stata fatta la “storia” di quegli assegni e si è scoperto che venivano appunto consegnati a Rodolfo Sain che andava a regolarmente a Verona.

Il fatto singolare di questa vicenda è che a fare il nome di Rudy erano stati i parenti triestini degli anziani veronesi il cui conto è stato praticamente svuotato. Avevano definito il promotore finanziario poi finito nei guai come un vero e proprio genio degli investimenti. Un esperto che anche in un periodo di recessione era in grado di offrire redditività da record, appunto il 10 per cento. Anche questi sono tra i clienti danneggiati dalle operazioni-truffa messe a segno da Sain.

L’avvocato Giovanni Borgna, il legale che assiste Rodolfo Sain, conferma che il proprio assistito si è già messo a disposizione della procura della Repubblica.

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Nella città veneta Sain è andato diverse volte, proprio pochi mesi prima che fosse smascherato: lì i suoi clienti principali erano due anziani, marito e moglie.

Da poche settimane sono tutelati da un amministratore di sostegno nominato dal giudice. A loro, secondo l’avvocato Marianna Piva di Verona, il legale nominato dallo stesso amministratore, avrebbe spillato in poco tempo più di 300mila euro. E per questo motivo si appresterebbe a sporgere querela.

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Ma in realtà non era vero. Risultava solo dagli rendiconto che realizzava. Ad accorgersi degli ammanchi controllando gli estratti conto della banca è stato l’amministratore di sostegno che ha di conseguenza incaricato il legale di attivarsi nei confronti dell’ex promotore finanziario. In breve è stata fatta la “storia” di quegli assegni e si è scoperto che venivano appunto consegnati a Rodolfo Sain che andava a regolarmente a Verona.

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L’avvocato Giovanni Borgna, il legale che assiste Rodolfo Sain, conferma che il proprio assistito si è già messo a disposizione della procura della Repubblica.

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Nella città veneta Sain è andato diverse volte, proprio pochi mesi prima che fosse smascherato: lì i suoi clienti principali erano due anziani, marito e moglie.

Da poche settimane sono tutelati da un amministratore di sostegno nominato dal giudice. A loro, secondo l’avvocato Marianna Piva di Verona, il legale nominato dallo stesso amministratore, avrebbe spillato in poco tempo più di 300mila euro. E per questo motivo si appresterebbe a sporgere querela.

Tutto facile. Una firma in calce a un modulo, un assegno e una stretta di mano. In pratica ai due anziani - attualmente accuditi da una badante e non certo in grado di valutare con la dovuta attenzione sia le proposte del promotore residente a Monfalcone che i rendiconto “corretti” - avrebbe fatto firmare una serie di versamenti per somme particolarmente ingenti. Si parla appunto di oltre 300mila euro. Sain lo avrebbe fatto facendo credere ai due anziani veronesi che i loro soldi avrebbero reso più del 10 per cento.

Ma in realtà non era vero. Risultava solo dagli rendiconto che realizzava. Ad accorgersi degli ammanchi controllando gli estratti conto della banca è stato l’amministratore di sostegno che ha di conseguenza incaricato il legale di attivarsi nei confronti dell’ex promotore finanziario. In breve è stata fatta la “storia” di quegli assegni e si è scoperto che venivano appunto consegnati a Rodolfo Sain che andava a regolarmente a Verona.

Il fatto singolare di questa vicenda è che a fare il nome di Rudy erano stati i parenti triestini degli anziani veronesi il cui conto è stato praticamente svuotato. Avevano definito il promotore finanziario poi finito nei guai come un vero e proprio genio degli investimenti. Un esperto che anche in un periodo di recessione era in grado di offrire redditività da record, appunto il 10 per cento. Anche questi sono tra i clienti danneggiati dalle operazioni-truffa messe a segno da Sain.

L’avvocato Giovanni Borgna, il legale che assiste Rodolfo Sain, conferma che il proprio assistito si è già messo a disposizione della procura della Repubblica.

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TRIESTE. Si è esteso fino a Verona il giro d’affari di Rodolfo Sain, 48 anni, l’ex promotore finanziario monfalconese di Banca Fideuram al centro di un clamoroso crac da oltre due milioni di euro sul quale stanno indagando i finanzieri della Tributaria coordinati dal pm Lucia Baldovin.

Nella città veneta Sain è andato diverse volte, proprio pochi mesi prima che fosse smascherato: lì i suoi clienti principali erano due anziani, marito e moglie.

Da poche settimane sono tutelati da un amministratore di sostegno nominato dal giudice. A loro, secondo l’avvocato Marianna Piva di Verona, il legale nominato dallo stesso amministratore, avrebbe spillato in poco tempo più di 300mila euro. E per questo motivo si appresterebbe a sporgere querela.

Tutto facile. Una firma in calce a un modulo, un assegno e una stretta di mano. In pratica ai due anziani - attualmente accuditi da una badante e non certo in grado di valutare con la dovuta attenzione sia le proposte del promotore residente a Monfalcone che i rendiconto “corretti” - avrebbe fatto firmare una serie di versamenti per somme particolarmente ingenti. Si parla appunto di oltre 300mila euro. Sain lo avrebbe fatto facendo credere ai due anziani veronesi che i loro soldi avrebbero reso più del 10 per cento.

Ma in realtà non era vero. Risultava solo dagli rendiconto che realizzava. Ad accorgersi degli ammanchi controllando gli estratti conto della banca è stato l’amministratore di sostegno che ha di conseguenza incaricato il legale di attivarsi nei confronti dell’ex promotore finanziario. In breve è stata fatta la “storia” di quegli assegni e si è scoperto che venivano appunto consegnati a Rodolfo Sain che andava a regolarmente a Verona.

Il fatto singolare di questa vicenda è che a fare il nome di Rudy erano stati i parenti triestini degli anziani veronesi il cui conto è stato praticamente svuotato. Avevano definito il promotore finanziario poi finito nei guai come un vero e proprio genio degli investimenti. Un esperto che anche in un periodo di recessione era in grado di offrire redditività da record, appunto il 10 per cento. Anche questi sono tra i clienti danneggiati dalle operazioni-truffa messe a segno da Sain.

L’avvocato Giovanni Borgna, il legale che assiste Rodolfo Sain, conferma che il proprio assistito si è già messo a disposizione della procura della Repubblica.

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Nella città veneta Sain è andato diverse volte, proprio pochi mesi prima che fosse smascherato: lì i suoi clienti principali erano due anziani, marito e moglie.

Da poche settimane sono tutelati da un amministratore di sostegno nominato dal giudice. A loro, secondo l’avvocato Marianna Piva di Verona, il legale nominato dallo stesso amministratore, avrebbe spillato in poco tempo più di 300mila euro. E per questo motivo si appresterebbe a sporgere querela.

Tutto facile. Una firma in calce a un modulo, un assegno e una stretta di mano. In pratica ai due anziani - attualmente accuditi da una badante e non certo in grado di valutare con la dovuta attenzione sia le proposte del promotore residente a Monfalcone che i rendiconto “corretti” - avrebbe fatto firmare una serie di versamenti per somme particolarmente ingenti. Si parla appunto di oltre 300mila euro. Sain lo avrebbe fatto facendo credere ai due anziani veronesi che i loro soldi avrebbero reso più del 10 per cento.

Ma in realtà non era vero. Risultava solo dagli rendiconto che realizzava. Ad accorgersi degli ammanchi controllando gli estratti conto della banca è stato l’amministratore di sostegno che ha di conseguenza incaricato il legale di attivarsi nei confronti dell’ex promotore finanziario. In breve è stata fatta la “storia” di quegli assegni e si è scoperto che venivano appunto consegnati a Rodolfo Sain che andava a regolarmente a Verona.

Il fatto singolare di questa vicenda è che a fare il nome di Rudy erano stati i parenti triestini degli anziani veronesi il cui conto è stato praticamente svuotato. Avevano definito il promotore finanziario poi finito nei guai come un vero e proprio genio degli investimenti. Un esperto che anche in un periodo di recessione era in grado di offrire redditività da record, appunto il 10 per cento. Anche questi sono tra i clienti danneggiati dalle operazioni-truffa messe a segno da Sain.

L’avvocato Giovanni Borgna, il legale che assiste Rodolfo Sain, conferma che il proprio assistito si è già messo a disposizione della procura della Repubblica.

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TRIESTE. Si è esteso fino a Verona il giro d’affari di Rodolfo Sain, 48 anni, l’ex promotore finanziario monfalconese di Banca Fideuram al centro di un clamoroso crac da oltre due milioni di euro sul quale stanno indagando i finanzieri della Tributaria coordinati dal pm Lucia Baldovin.

Nella città veneta Sain è andato diverse volte, proprio pochi mesi prima che fosse smascherato: lì i suoi clienti principali erano due anziani, marito e moglie.

Da poche settimane sono tutelati da un amministratore di sostegno nominato dal giudice. A loro, secondo l’avvocato Marianna Piva di Verona, il legale nominato dallo stesso amministratore, avrebbe spillato in poco tempo più di 300mila euro. E per questo motivo si appresterebbe a sporgere querela.

Tutto facile. Una firma in calce a un modulo, un assegno e una stretta di mano. In pratica ai due anziani - attualmente accuditi da una badante e non certo in grado di valutare con la dovuta attenzione sia le proposte del promotore residente a Monfalcone che i rendiconto “corretti” - avrebbe fatto firmare una serie di versamenti per somme particolarmente ingenti. Si parla appunto di oltre 300mila euro. Sain lo avrebbe fatto facendo credere ai due anziani veronesi che i loro soldi avrebbero reso più del 10 per cento.

Ma in realtà non era vero. Risultava solo dagli rendiconto che realizzava. Ad accorgersi degli ammanchi controllando gli estratti conto della banca è stato l’amministratore di sostegno che ha di conseguenza incaricato il legale di attivarsi nei confronti dell’ex promotore finanziario. In breve è stata fatta la “storia” di quegli assegni e si è scoperto che venivano appunto consegnati a Rodolfo Sain che andava a regolarmente a Verona.

Il fatto singolare di questa vicenda è che a fare il nome di Rudy erano stati i parenti triestini degli anziani veronesi il cui conto è stato praticamente svuotato. Avevano definito il promotore finanziario poi finito nei guai come un vero e proprio genio degli investimenti. Un esperto che anche in un periodo di recessione era in grado di offrire redditività da record, appunto il 10 per cento. Anche questi sono tra i clienti danneggiati dalle operazioni-truffa messe a segno da Sain.

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Nella città veneta Sain è andato diverse volte, proprio pochi mesi prima che fosse smascherato: lì i suoi clienti principali erano due anziani, marito e moglie.

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L’avvocato Giovanni Borgna, il legale che assiste Rodolfo Sain, conferma che il proprio assistito si è già messo a disposizione della procura della Repubblica.

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TRIESTE. Si è esteso fino a Verona il giro d’affari di Rodolfo Sain, 48 anni, l’ex promotore finanziario monfalconese di Banca Fideuram al centro di un clamoroso crac da oltre due milioni di euro sul quale stanno indagando i finanzieri della Tributaria coordinati dal pm Lucia Baldovin.

Nella città veneta Sain è andato diverse volte, proprio pochi mesi prima che fosse smascherato: lì i suoi clienti principali erano due anziani, marito e moglie.

Da poche settimane sono tutelati da un amministratore di sostegno nominato dal giudice. A loro, secondo l’avvocato Marianna Piva di Verona, il legale nominato dallo stesso amministratore, avrebbe spillato in poco tempo più di 300mila euro. E per questo motivo si appresterebbe a sporgere querela.

Tutto facile. Una firma in calce a un modulo, un assegno e una stretta di mano. In pratica ai due anziani - attualmente accuditi da una badante e non certo in grado di valutare con la dovuta attenzione sia le proposte del promotore residente a Monfalcone che i rendiconto “corretti” - avrebbe fatto firmare una serie di versamenti per somme particolarmente ingenti. Si parla appunto di oltre 300mila euro. Sain lo avrebbe fatto facendo credere ai due anziani veronesi che i loro soldi avrebbero reso più del 10 per cento.

Ma in realtà non era vero. Risultava solo dagli rendiconto che realizzava. Ad accorgersi degli ammanchi controllando gli estratti conto della banca è stato l’amministratore di sostegno che ha di conseguenza incaricato il legale di attivarsi nei confronti dell’ex promotore finanziario. In breve è stata fatta la “storia” di quegli assegni e si è scoperto che venivano appunto consegnati a Rodolfo Sain che andava a regolarmente a Verona.

Il fatto singolare di questa vicenda è che a fare il nome di Rudy erano stati i parenti triestini degli anziani veronesi il cui conto è stato praticamente svuotato. Avevano definito il promotore finanziario poi finito nei guai come un vero e proprio genio degli investimenti. Un esperto che anche in un periodo di recessione era in grado di offrire redditività da record, appunto il 10 per cento. Anche questi sono tra i clienti danneggiati dalle operazioni-truffa messe a segno da Sain.

L’avvocato Giovanni Borgna, il legale che assiste Rodolfo Sain, conferma che il proprio assistito si è già messo a disposizione della procura della Repubblica.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

TRIESTE. Si è esteso fino a Verona il giro d’affari di Rodolfo Sain, 48 anni, l’ex promotore finanziario monfalconese di Banca Fideuram al centro di un clamoroso crac da oltre due milioni di euro sul quale stanno indagando i finanzieri della Tributaria coordinati dal pm Lucia Baldovin.

Nella città veneta Sain è andato diverse volte, proprio pochi mesi prima che fosse smascherato: lì i suoi clienti principali erano due anziani, marito e moglie.

Da poche settimane sono tutelati da un amministratore di sostegno nominato dal giudice. A loro, secondo l’avvocato Marianna Piva di Verona, il legale nominato dallo stesso amministratore, avrebbe spillato in poco tempo più di 300mila euro. E per questo motivo si appresterebbe a sporgere querela.

Tutto facile. Una firma in calce a un modulo, un assegno e una stretta di mano. In pratica ai due anziani - attualmente accuditi da una badante e non certo in grado di valutare con la dovuta attenzione sia le proposte del promotore residente a Monfalcone che i rendiconto “corretti” - avrebbe fatto firmare una serie di versamenti per somme particolarmente ingenti. Si parla appunto di oltre 300mila euro. Sain lo avrebbe fatto facendo credere ai due anziani veronesi che i loro soldi avrebbero reso più del 10 per cento.

Ma in realtà non era vero. Risultava solo dagli rendiconto che realizzava. Ad accorgersi degli ammanchi controllando gli estratti conto della banca è stato l’amministratore di sostegno che ha di conseguenza incaricato il legale di attivarsi nei confronti dell’ex promotore finanziario. In breve è stata fatta la “storia” di quegli assegni e si è scoperto che venivano appunto consegnati a Rodolfo Sain che andava a regolarmente a Verona.

Il fatto singolare di questa vicenda è che a fare il nome di Rudy erano stati i parenti triestini degli anziani veronesi il cui conto è stato praticamente svuotato. Avevano definito il promotore finanziario poi finito nei guai come un vero e proprio genio degli investimenti. Un esperto che anche in un periodo di recessione era in grado di offrire redditività da record, appunto il 10 per cento. Anche questi sono tra i clienti danneggiati dalle operazioni-truffa messe a segno da Sain.

L’avvocato Giovanni Borgna, il legale che assiste Rodolfo Sain, conferma che il proprio assistito si è già messo a disposizione della procura della Repubblica.

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