Salta l’accordo sulla Fiscatech, no al trasferimento a Cormons

Solo 5 dei 57 dipendenti della sede di Vigevano pronti a traslocare nell’Isontino. L’azienda aveva previsto una serie di benefici che sono stati ritenuti insufficienti

Francesco Fain

CORMONS. Quarantacinque euro al giorno a copertura delle spese della trasferta. Ma solo per un periodo di quattro mesi. E poi, un camion per effettuare i traslochi e il pagamento della mora per procedere con la disdetta dei mutui accesi.

Questo è quanto la dirigenza della Fiscatech di Vigevano avrebbe offerto ai 57 dipendenti, destinati alla sede di Cormòns. Una serie di benefici che, però, non sono stati ritenuti sufficienti (e convincenti) per la firma dell’accordo. Ed è così che la vertenza - che da queste parti viene seguita con interesse - si fa sempre più dura.

Basta leggere le cronache di Vigevano per comprendere che la situazione è tutt’altro che pacifica. Anzi. «La mobilitazione continua con gli scioperi giornalieri ad oltranza, le cui modalità saranno decise di volta in volta dalla rappresentanza sindacale interna insieme ai lavoratori», spiega alla Provincia Pavese Giovanna Currò della Cgil che sta guidando la battaglia assieme a Franco Torriani (Uil) e Rosario Mascarello (Cisl). Cormòns non è decisamente dietro l’angolo e il trasferimento presuppone, stando alle maestranze, una rivoluzione nella propria vita. Inoltre, emerge che tanti dei lavoratori impiegati alla Fiscatech di Vigevano hanno più di 50 anni, dopo essere entrati in azienda da giovanissimi. Ora, non possono trasferirsi in Friuli.

È stato anche diramato un comunicato che è stato sottoscritto dalle organizzazioni sindacali e dalla Rsu dell’azienda. «A seguito del rifiuto dell’azienda di attivare la procedura per la richiesta di cassa integrazione, il sindacato - si legge nella nota - aveva proposto un incentivo per le persone non coinvolte nel trasferimento. L’azienda, inizialmente, si era resa indisponibile, per poi avanzare una proposta di un incentivo molto modesto che è stata illustrata in assemblea e respinta dai lavoratori. La decisione di trasferire tutti i lavoratori in Friuli Venezia Giulia, sul piano industriale non ci ha mai convinto ma se è vero che l’azienda ha messo in conto il costo del trasferimento di tutti i lavoratori e attualmente la disponibilità riguarda 4/5 unità, perché le risorse che risparmia non le mette a disposizione dei lavoratori che rimangono? Non si tratta di costi aggiuntivi, anzi un notevole risparmio per l’azienda, che non può continuare a respingere tutte le proposte del sindacato e dei lavoratori».

Concludono i sindacati e le Rsu: «Per questo, i lavoratori hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione a partire da domani e fino a quando non riceveranno risposte concrete da parte dell’azienda». La battaglia è destinata a continuare. —

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