San Canzian, progetto per recuperare la vecchia centrale idroelettrica

SAN CANZIAN D’ISONZO Per la centrale idroelettrica di Isola Morosini, splendido edificio dai tratti Liberty che al proprio interno custodisce ancora, pressoché intatti, macchinari di inizio secolo, si riaffaccia una possibilità di recupero. Questa volta legata alla sua funzione originaria, quella di produzione di energia, più che a una valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale. Anche se, su questo fronte, i privati interessati, la triestina Enerlife, espressione della famiglia Pacorini, per la parte relativa alla generazione di energia idroelettrica e la proprietà dell'immobile, la famiglia padovana Pasquale, hanno catturato l'interesse dell'assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti.
Contattato dall'ex assessore provinciale ai Lavori pubblici, ora consulente dei privati, Edi Minin, l'assessore Torrenti ieri mattina ha effettuato un sopralluogo nella centrale costruita dai fratelli Brunner. Ad accompagnarlo c'erano anche Gianni Pizzatti del Cda di Enerlife, Aldo Tarlao, consulente della famiglia Pasquale, e l'ingegner Massimo Ventulini, responsabile del settore manutenzione e gestione del territorio del Consorzio di bonifica della Bassa friulana. Per la società triestina ieri si trattava di capire non solo il possibile coinvolgimento del pubblico, ma anche, dal punto di vista tecnico, la portata del corso d'acqua e quindi la sostenibilità del progetto. I rappresentnati di Enerlife hanno quindi chiesto da un lato al Consorzio di bonifica la pulizia di un tratto di canale e dall'altro alla famiglia Pasquale di liberare dalla vegetazione le facciate dell'edificio in modo da poter accelerare i rilievi e quindi la progettazione di un intervento di recupero. Il riutilizzo della portata d'acqua non inciderebbe, come emerso ieri, sulla struttura storica e su ciò che contiene, i macchinari della centrale e del mulino, questi in legno, ma miracolosamente quasi integri, che potrebbero essere restaurati e resi visibili.
«La famiglia Pasquale da tempo sta cercando di raggiungere questo obiettivo - ha spiegato ieri Tarlao -. Alla metà dello scorso decennio l'idea era quella di agganciare il restauro a uno sviluppo turistico dell'area limitrofa, considerato che la società può già realizzare degli ormeggi nell'Isonzato. La morte del capofamiglia, Lino, e l'arrivo della crisi hanno però complicato le prospettive di investimento». Non facili, al momento, comunque, nemmeno per la Regione, come ha sottolineato ieri Torrenti, che però ha ricordato gli spazi di manovra concessi dalla programmazione dei fondi europei per il periodo 2014-2020, invitando i privati a delineare un progetto in tempi stretti e che consenta di avviare un confronto. Costruita dai fratelli Rodolfo e Leopoldo Brunner nel 1912 a Isola Morosini, lungo la confluenza fra la Mondina nuova e l’Isonzato, la centrale idroelettrica serviva ad alimentare l’idrovora, la comunità e l’azienda agricola di proprietà della famiglia stessa. La centrale produceva sia energia elettrica, sia forza per alimentare il mulino, compreso nella costruzione, dove l'abbandono ha lasciato i suoi segni, dalla ruggine delle inferriate con il "logo" dei Fratelli Brunner ai vetri rotti, ma le cui condizioni strutturali non sembrano pessime.
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