San Canzian “resiste” Appello contro la causa vinta dalla dipendente
SAN CANZIAN D’ISONZO. Il Comune di San Canzian d’Isonzo ha deciso di ricorrere in appello contro la sentenza del giudice del Lavoro di Gorizia che ha riconosciuto all’addetta dell’Ufficio protocollo, Giacomina Corona, l’anzianità di servizio maturata con i contratti a termine effettuati prima dell’assunzione a tempo indeterminato, nel settembre del 2003.
La giunta ha assunto la decisione a fronte della relazione dell’avvocato Laura Paglia di Padova dello studio Fracanzani, cui era stato affidato nel 2014 il mandato di rappresentare l’ente in tutti i gradi di giudizio. La scelta costerà, comunque, al Comune 6.334 euro di parcella del legale cui vanno aggiunti altri 1.397 euro di domiciliazione.
Le spese hanno già trovato copertura nel Bilancio di previsione, dove l’amministrazione ha inoltre dovuto ricavare un fondo rischi di 10mila euro per ottemperare a quanto disposto dal giudice del Lavoro del Tribunale di Gorizia in primo grado.
Nella prima seduta utile del Consiglio comunale sarà inoltre portato il riconoscimento del debito fuori bilancio relativo alle somme, non ancora quantificate, da riconoscere alla dipendente per i cinque anni antecedenti all’avvio della causa, quindi tra il 2 ottobre 2009 e il 2 ottobre 2014.
Nel conto rientrano anche i 2.189 euro di spese legali sostenute dalla dipendente che il giudice ha condannato l’ente a rifondere alla controparte. Dall’inizio di gennaio, inoltre, il Comune riconosce alla sua dipendente la retribuzione che corrisponde al livello B7, dall’attuale B3, fatto salvo ogni conguaglio che potrà derivare dall'elaborazione completa del ricalcolo completo della carriera, affidato alla ditta Alma di Mondovì, cui è assegnato il servizio di gestione delle pratiche giuridiche del personale dipendente.
Nel prendere atto della sentenza di primo grado il Comune aveva precisato, comunque, che il contenuto dell’atto “non costituisce in alcun modo acquiescenza alla sentenza del Tribunale di Gorizia, né rinuncia all’appello”. In sostanza, l’amministrazione di San Canzian d’Isonzo si riservava già di promuovere ulteriori azioni “ove possibili e opportune”. (la. bl.)
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