Sanatorio Triestino in festa per i suoi 120 anni di storia

Un volume ripercorre le vicende dell’ospedale privato più antico d’Italia L’ad Guarneri: «Già un secolo fa offriva servizi chirurgici all’avanguardia»
Oggi il Sanatorio Triestino compie 120 anni, una struttura pionieristica a livello italiano, che tuttora rappresenta un punto di riferimento per la città. L’anniversario sarà celebrato con la presentazione del libro “Dove gli ammalati hanno tutti i benefici” scritto dal professor Roberto Spazzali e il dottor Luca G. Manenti, un volume che ripercorre tutta la storia della casa di cura dalla sua fondazione, nel lontano 1897, a oggi, grazie a documenti, testimonianze e foto datate. «Attraverso il caso esemplare della clinica di via Rossetti – si legge nelle prime pagine – che nel corso del tempo ha visto avvicendarsi nelle sale operatorie e nei luoghi decisionali professionisti di grande levatura, è stata presa in considerazione la storia complessiva della sanità nella città, toccando i temi della medicina, dell’assistenza, dell’ascesa sociale dei dottori europei in generale e triestini in particolare nel corso dell’Ottocento».


Il Sanatorio si rivolgeva in origine alle fasce abbienti della società, con prestazioni a pagamento, passando poi anche a servizi gratuiti dopo la stipula della convenzione con il Servizio sanitario nazionale nel 1981. «Ritornando indietro nel tempo e leggendo la storia – commenta l’amministratore delegato Salvatore Guarneri – colpisce subito lo stato di avanzata conoscenza che ha caratterizzato fin da subito i professionisti che l’hanno fondato e che vi lavoravano. Ricordiamo che questo era un luogo non per “sanare” le malattie, ma dove era prevalente l’attività chirurgica e in tal senso già all’epoca era stata avviata una rete con scuole chirurgiche di altre città e di altri Paesi d’Europa. Leggendo un articolo del 1915 poi – aggiunge – ci si rende conto che anche le tecniche utilizzate erano all’avanguardia, un fattore che poneva la struttura e la città stessa in una posizione importante nel panorama sanitario nazionale. Non dimentichiamo inoltre che il Sanatorio è la seconda struttura privata più antica d’Italia, fatta eccezione per gli ospedali religiosi, e fa piacere sapere che è stata fondata e avviata da persone estremamente competenti, medici di altissimo livello».


Il volume è stato realizzato dopo una riorganizzazione degli archivi e dei documenti, che ha portato a recuperare, anno dopo anno, informazioni preziose per la stesura del libro, con indicazioni anche dai verbali del consiglio di amministrazione e dalle relazioni di bilancio depositate nel tempo.


Nei testi e nelle tante foto scorre la vita del Sanatorio. Tra le prime pubblicate una veduta della casa a fine ‘800 e una foto di gruppo dei medici che vi lavoravano nel 1911, e poi gli interni in diversi scatti tutti nel 1929, che mostrano la sala operatoria, l’ambulatorio ginecologico o la stanza per i neonati. «Soprattutto negli anni ’60 – ricorda ancora Guarneri – il Sanatorio è stato anche un punto nascite fondamentale. Molti triestini sono nati proprio qui, prima dell’apertura del Burlo».


Nell’appendice del libro si possono scorrere anche le mappe e i progetti che nel tempo hanno caratterizzato l’edificio, quello originario di Giorgio Polli del 1897, ma anche i progetti non realizzati e rimasti sulla carta, come quello per l’ingrandimento della struttura nel 1909 o quello per un suo allungamento, nel 1912. «Grazie a una ricognizione scrupolosa eseguita su piani, abbozzi, disegni e cartine - scrivono gli autori – lo studio ricostruisce le tortuose vicende architettoniche del Sanatorio, contraddistinte dal susseguirsi di ampliamenti, migliorie, aggiunte a quella che nel 1897 appariva una costruzione modesta, con una capienza limitata, e che oggi, a più di un secolo di distanza, si presenza spaziosa, moderna, efficiente, in linea con le intenzioni di chi la fondò, di cui conserva il ricordo e l’eredità spirituale».


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