Sanità e protocollo disabili Una circolare per applicarlo

Dal codice giallo negli ospedali per ridurre le attese, allo sportello delle prenotazioni Brancati dell’Anffas: «Visto come concessione, invece stabilisce tempi e metodi»
Bumbaca Gorizia 06.04.2019 Ospedale © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 06.04.2019 Ospedale © Fotografia di Pierluigi Bumbaca



Il delfino ha iniziato a nuotare, ma prima di prendere il largo ha bisogno di irrobustire le pinne e migliorare lo stile. La metafora veste bene il progetto che, appunto, prende il nome di “Delfino”, e che è uno dei veri fiori all’occhiello dell’azienda sanitaria Bassa friulana-isontina e dell’ospedale di Gorizia.

Il Progetto – che di fatto rende il San Giovanni di Dio il primo ospedale “a misura di disabile” in regione – è attivo dallo scorso giugno, ed è già possibile stilare un primo bilancio. Accanto a tante luci, c’è comprensibilmente ancora anche qualche ombra, ed è legata soprattutto al fatto che non tutte le componenti della complessa struttura ospedaliera hanno già adottato le modalità operative previste dall’iniziativa. «Per questo inevitabilmente ci vorrà un po’ di tempo – spiega il presidente della Consulta regionale dei disabili e dell’Anffas di Gorizia, Mario Brancati, che ha fortemente voluto assieme all’Ass il Progetto Delfino –. Il problema attualmente è che ancora una parte degli operatori e delle strutture ospedaliere vedono l’iniziativa come una sorta di concessione o di attenzione particolare a utenti delicati come possono essere i disabili. Invece ora c’è un vero e proprio protocollo a stabilire modi, tempi e pratiche. Io sono estremamente soddisfatto per la partenza del progetto, e so che l’Azienda sanitaria sta lavorando perché il sistema possa andare a regime il prima possibile».

Non a caso il direttore medico dell’Aas 2 Daniele Pittioni ha inviato una circolare ai vertici di tutti i settori dell’ospedale ricordando le caratteristiche principali del Progetto Delfino, il cui obiettivo è di proporre un “percorso clinico, diagnostico, terapeutico e assistenziale dedicato alle persone disabili gravi con ritardo mentale e deficit comunicativi». Così ad esempio è attivo un punto di accoglienza (situato nella sala d’attesa del Cup e aperto al martedì e al giovedì dalle 8 alle 12, raggiungibile anche al numero 0481/592493 e all’indirizzo delfino@aas2.sanita.fvg.it) al quale gli utenti potranno rivolgersi per programmare visite o interventi, con personale dedicato e formato ad accompagnare le persone disabili e i loro famigliari. Inoltre sono previsti percorsi “facilitati” per i servizi di radiodiagnostica e di prelievo del sangue, oltre che per il Pronto soccorso. Proprio qui sta una delle novità più rilevanti: per gli utenti disabili viene attivato un codice “giallo”, che permette di ridurre le attese e dunque limitare i disagi che, per soggetti con esigenze particolari come possono essere le persone con disabilità intellettiva e relazionale, derivano da situazioni di forte stress.

A settembre peraltro il presidente Brancati incontrerà i responsabili della direzione regionale per definire un protocollo simile da estendere anche ai Pronto soccorso degli altri ospedali del Fvg. Con Gorizia che diventa dunque modello da “esportare” e imitare. «Ci sono ancora molti aspetti da migliorare, ma il Progetto Delfino è un grosso passo in avanti», dice Kristian Azic, coordinatore infermieristico del centro residenziale del Cisi di Gorizia, che proprio con il nuovo protocollo ha potuto programmare ad esempio in pochi giorni le visite ginecologiche per le utenti disabili della struttura, mentre padre Rocco Cosi, direttore del centro Villa Santa Maria della pace di Medea osserva: «Il sistema andrà testato e rettificato di volta in volta all’emergere delle criticità, ma permetterà di venire incontro alle esigenze dei nostri utenti disabili». –



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