Sansego si rifà il look e cerca il rilancio

SANSEGO. È un fenomeno della natura quest’isola di sabbia, ancora sempre misteriosa e splendidamente conservata ma che ai suoi abitanti offre condizioni di vita difficili, molla che ha fatto e fa scattare lo spopolamento di Sansego. Se dopo la seconda guerra mondiale l’isola nordadriatica aveva 1600 abitanti ed ora ne ha soltanto 120, una ragione ci sarà. Decenni fa Sansego era l’area con la più alta densità di popolazione nella Jugoslavia e la prima emigrazione di massa avvenne nel 1964, con le autorità di Tito che decisero di applicare una speciale tassa sulla produzione del vino, principale risorsa dell’isola. Da allora, e a ondate, i sansegotti hanno continuato a lasciare le loro case, mettendo in atto una destrutturazione demografica che si fa fatica a frenare anche oggigiorno. Proprio per ridare slancio a questo mucchio si sabbia nel bel mezzo dell’Adriatico settentrionale, l’Istituto croato per il Turismo ha formulato le direttrici di sviluppo di Sansego, con il supporto degli operatori turistici di Lussinpiccolo, degli stessi isolani, degli americani di origini sansegotte e delle persone che sull’isola hanno la seconda casa, la vichendizza. Il piano dovrebbe essere portato a termine entro il 2020 e prevede interventi di varia natura. Prossimamente, come confermato dalla portavoce del comune di Lussinpiccolo (l’isola fa parte di questa municipalità), Martina Krajina, sarà avviato il progetto di rifacimento della strada e della piazza principali dell’unico centro abitato dell’isola. Strada e piazza si trovano nel cosiddetto paese inferiore. Il progetto comporterà investimenti pari a 10 milioni di kune, circa 1 milione e 310 mila euro. Grazie a questi mezzi, si provvederà tra l’altro a pavimentare la zona e a collocare l’illuminazione pubblica. Il presidente della Comunità locale di Sansego, Milan Jurlina, è dell’avviso che il progetto è ottimo e andrebbe seguito da altri interventi portati al miglioramento delle condizioni di vita: «Purtroppo in passato a Sansego si è investito poco. Sì, ora abbiamo un acquedotto ma ciò non è sufficiente. Non possiamo lamentarci del numero di turisti ma va detto che a questi ospiti, oltre al mare, al sole e alle squisitezze enogastronomiche, presentiamo contenuti non all’altezza. D’inverno poi la noia e la tristezza regnano sovrane». (a.m.)
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