Sant’Antonio “vecchio” torna ai fasti d’un tempo

Ieri, 13 giugno, Padova, città antoniana per definizione, ha celebrato la ricorrenza patronale dedicata al Santo di origine portoghese che 787 anni fa spirava nella città veneta.Stavolta anche...
Silvano Trieste 2018-06-13 Inaugurazione e Benedizione, della facciata restaurata di Sant'Antonio vecchio
Silvano Trieste 2018-06-13 Inaugurazione e Benedizione, della facciata restaurata di Sant'Antonio vecchio

Ieri, 13 giugno, Padova, città antoniana per definizione, ha celebrato la ricorrenza patronale dedicata al Santo di origine portoghese che 787 anni fa spirava nella città veneta.

Stavolta anche Trieste, devota a Sant’Antonio al punto di onorarlo con due chiese (l’una in via ufficiale, l’altra in via ufficiosa), ha colto l’occasione dell’anniversario per benedire i lavori, che hanno ridato sicurezza e stabilità alla chiesa della Beata Vergine del Soccorso, dai cittadini tradizionalmente appellata Sant’Antonio “vecchio”.

Tra l’altro la tradizione, ripresa dal sito ufficiale della Diocesi, rimanda a una visita triestina di Sant’Antonio avvenuta attorno al 1226: fondò una comunità di francescani, seguita da una chiesa consacrata nel 1234. Questa prima chiesa venne sostituita da un nuovo edificio a metà del XVI secolo, che venne poi rifatto e consacrato nel 1774 dal vescovo Antonio Ferdinando de Herberstein. A differenza del convento, abbattuto negli ultimi decenni del XVIII secolo, la chiesa si salvò dalla soppressione giuseppina. Dal 1847 è parrocchia.

Nel 1864 venne effettuato l’ampliamento che ha conferito all’edificio sacro l’attuale configurazione. Che occupa quasi un isolato, inserito in una centralissima area di pregio storico-architettonico tra piazza Hortis, piazzetta Santa Lucia, via Santissimi Martiri.

Ma aveva bisogno di cure urgenti, che sono state assicurate da un intervento di circa 90 mila euro, finanziato dalla Regione Fvg e dalla Fondazione CRTrieste, con un significativo supporto dei fedeli. La cerimonia è stata officiata dallo stesso vescovo Giampaolo Crepaldi, parrocchiano eccellente che ha attraversato i pochi metri di piazzetta santa Lucia, per provvedere alla celebrazione.

Ad accoglierlo e a coadiuvarlo don Paolo Rakic, che di Sant’Antonio “vecchio” è il parroco e che si è impegnato affinchè l’antica chiesa avesse le indispensabili risposte restaurative alle precarie condizioni strutturali in cui versava: campanile, sacrestia, facciata necessitavano di terapie. «Questo tempio cristiano - ha detto don Paolo - è un prezioso palinsesto storico e architettonico che dietro i suoi intonaci cela le tracce materiali delle comunità cittadine evolutesi e susseguitesi nel tempo». «Altissimo valore simbolico e identitario», lo ha ancora definito il parroco. Ad ascoltarlo il vicepresidente della Fondazione, Tiziana Benussi , che ha osservato come «la chiesa è molto antica ed è un bene prezioso per la comunità di questa zona e per tutta la nostra città». «L’edificio è stato ristrutturato e messo in sicurezza, tutti possono tornare a usufruire con serenità di questo bene», ha concluso. Presente inoltre alla benedizione il questore Isabella Fusiello, che ha tagliato il nastro inaugurale insieme al vescovo.

L’ambiente politico-istituzionale era rappresentato dall’assessore comunale Lorenzo Giorgi, dai civici consiglieri Bruno Marini e Everest Bertoli, tutti e tre forzisti. Non c’erano invece esponenti dell’amministrazione regionale.

magr

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