Sbloccata a due mesi dal decesso la sepoltura di La Rosa

MONFALCONE Una benedizione nella cappella mortuaria dell’ospedale di Gorizia e poi la cremazione a Cervignano. A più di due mesi dal decesso, avvenuto il 10 gennaio, si è sbloccata la sepoltura del giornalista monfalconese Roberto La Rosa. La salma - che durante tutto questo periodo è rimasta nella cella frigorifera dell’ospedale San Giovanni di Dio - sarà benedetta sempre a Gorizia lunedì alle 9 per essere poi cremata come da volontà del defunto.
Era stato proprio La Rosa, circa un anno fa, a rivolgersi all’associazione Socrem di Tricesimo “registrando” le seguenti disposizioni: bara ecologica e cremazione con dispersione delle ceneri in natura. Disposizioni che non era stato possibile esaudire in questi due mesi. L’Azienda sanitaria e il Comune di Monfalcone, infatti, avevano più volte sollecitato i parenti, vale a dire la moglie russa Natalia Ustinova di 60 anni, nativa di Vladivostok e residente a Rosolina, in provincia di Rovigo, e il fratello Paolo, abitante in provincia di Udine, affinchè si provvedesse a organizzare le esequie e a dare allo scomparso una degna sepoltura.
La consorte aveva affermato che di tutte le pratiche si sarebbe occupato un legale, mentre il fratello si era reso disponibile a farsene carico (aveva contattato anche un’agenzia di pompe funebri per pagare il funerale) dando però la priorità alla donna russa, principale erede e alla quale spettavano quindi le decisioni in tema di luogo di sepoltura o cremazione. Alla fine dagli uffici dell’Ass erano partite due raccomandate indirizzate a moglie e fratello per sollecitare una soluzione del caso. Una sorta di ultimatum che ha avuto l’effetto sperato. Natalia Ustinova, che nel frattempo aveva contattato l’Inpgi, ovvero l’istituto previdenziale dei giornalisti, si è recata negli uffici di Ronchi dei Legionari dell’impresa di onoranze funebri Preschern per comunicare le proprie volontà e pagare il dovuto.
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