«Scommettere sul Porto vecchio per far rivivere la nostra città»

di ELEONORA BERTI* Non è possibile conoscere Trieste senza passare per il suo porto. La città si apre sul mare come se lo abbracciasse, dandogli vita e ricevendola a sua volta. Un tempo, infatti, il...
Di Eleonora Berti*

di ELEONORA BERTI*

Non è possibile conoscere Trieste senza passare per il suo porto. La città si apre sul mare come se lo abbracciasse, dandogli vita e ricevendola a sua volta. Un tempo, infatti, il porto era la fonte di vita di tutta la città e non solo in senso economico. Scipio Slataper racconta nel suo romanzo, “Il mio Carso”, l’inizio di una giornata di lavoro in Punto franco, descrivendo nel dettaglio le azioni dei vari lavoratori. Ma con una nota poetica mostra anche come il porto che, per primo, ancora al buio, si mette in movimento, svegli poi tutta la città, trasmettendole la sua vita, attraverso l’immagine del sole, che dai magazzini porta la luce sulle rive: «Il sole strabocca aranciato sul rettifilo grigio dei magazzini. Il sole è chiaro nel mare e nella città. Sulle rive Trieste si sveglia piena di moto e colori».

Il porto, dunque, è stato sempre il cuore della città, portandole ricchezza e importanza, grazie alle sue caratteristiche particolari. Prima di tutto, grazie alla sua favorevole posizione geografica. Trieste, infatti, è un ponte naturale tra Oriente ed Occidente; ciò ha permesso e permette alla città, come spiega Zeno D’Agostino, di essere un punto di snodo per gli scambi terra-mare tra il Centro e l’Est Europa e una porta anche per i commerci con l’Asia, offrendo la possibilità di una navigazione più veloce, e di essere perciò uno tra i primi porti europei.

Vi sono anche altre peculiarità che potrebbero essere per il porto triestino, come furono in passato, punti di forza per un grande sviluppo: i servizi ferroviari e le zone franche. Il porto di Trieste, infatti, ha una rete ferroviaria interna di 70 chilometri, collegata con la rete nazionale e internazionale, ed ha uno speciale sistema di zone franche, caso unico in Italia, che venne assegnato dall’imperatore Carlo VI. Inoltre, non mancano certo gli spazi portuali e il porto è in grado di accogliere le più grandi navi, anche grazie alla profondità dei suoi fondali naturali. Perché il porto di Trieste possa avere uno sviluppo sempre maggiore, aumentando l’importanza dell’intera città, bisognerebbe prima di tutto sfruttare al meglio i suoi spazi, senza lasciarli un luogo di affari per l’interesse di pochi, come sostiene Paolo Rumiz in una serie di articoli pubblicati su Il Piccolo nel 2011, e ridare dunque vita al Porto vecchio, per esempio. Questo è rimasto a lungo abbandonato e visitandolo si percepisce tutta la vita che una volta lo animava e che ormai sembra non esserci più. Il Porto vecchio potrebbe offrire ancora più spazi portuali, ma anche una occasione per l’incremento del turismo. Difatti, così come l’intera Trieste, ha una storia e anche una bellezza artistica particolari, che attirano molti (e negli ultimi tempi, infatti, è possibile notare un aumento di turisti nella città) e dunque il porto potrebbe e dovrebbe essere sfruttato anche in questo senso. Tra i tanti spazi del Porto vecchio, ad esempio, alcuni potrebbero essere utilizzati per alberghi o ristoranti, ma anche per luoghi in cui esporre la storia e l’arte della nostra città, così come il Porto vecchio stesso in generale potrebbe diventare anche oggetto di visite, come è accaduto per le scuole grazie al progetto del Fai (Fondo ambiente italiano).

Il porto, insomma, potrebbe avere un grande sviluppo economico sia grazie ai commerci che al turismo, ma anche diventare uno dei centri della vita cittadina. Tra i commerci, inoltre, uno fra quelli che portano le risorse maggiori alla città è il commercio del caffè, per cui il porto triestino è uno dei maggiori al mondo. E infatti una delle più grandi industrie al mondo produttrici di caffè, Illy, è proprio triestina. Il caffè, dunque, andrebbe sfruttato in ogni senso, anche per l’immagine di Trieste, come ulteriore elemento che attragga turisti. Difatti, è proprio il caffé una delle altre peculiarità di Trieste, a partire dai mille modi diversi e unici di fare e chiamare il caffè, che fanno impazzire chiunque arrivi qui.

Trieste è una città dai tratti unici, grazie alla sua storia e alla sua bellezza, e così dunque è anche il suo amato porto, cuore cittadino, che con tutte le sue diverse risorse offre la possibilità di sviluppare una grande Trieste e rendere di nuovo brillante tutto quel colore che un tempo le portava.

* Classe III A

Liceo classico Dante

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