Scontrini fiscali in sloveno Per il fisco sono un optional

Per il Ministero delle Finanze la comunità slovena è un’entità astratta, al contrario di quanto vengono considerate, invece, le minoranze francese in Valle d’Aosta e tedesca in Alto Adige. A sancirlo...
Di Roberto Covaz

Per il Ministero delle Finanze la comunità slovena è un’entità astratta, al contrario di quanto vengono considerate, invece, le minoranze francese in Valle d’Aosta e tedesca in Alto Adige.

A sancirlo è un passaggio, pubblicato a pagina 66, delle istruzioni per la compilazione del modello 730 pubblicate quest’anno.

Tralasciando per un attimo l’opportunità di bollare come minoritaria una minoranza rispetto ad un’altra, la questione pone un problema che attiene all’evasione fiscale. Succede che molti goriziani (ma in generale molti italiani che risiedono vicino al confine con la Slovenia) frequentino abitualmente studi medici, farmacie, ambulatori veterinari di Nova Gorica e dintorni. Il pagamento della prestazione viene attestato da una ricevuta o da uno scontrino fiscale, redatto ovviamente in lingua slovena. Per scaricare tali spese sanitarie dalla denuncia dei redditi, fino all’anno scorso - o almeno questa era la consuetudine - si allegava il documento fiscale sloveno agli altri incartamenti e si consegnava il tutto al commercialista o al patronato. È accaduto che a Gorizia un commercialista abbia preteso dal cliente la traduzione in italiano di una ricevuta fiscale di un veterinario sloveno. Il cliente, che non conosce lo sloveno nè appartiene alla comunità slovena, si è rifiutato e, prendendo a cuore il problema, si è rivolto ai patronati e alle sedi delle Agenzie delle entrate di Gorizia e di Trieste. Nella sede del capoluogo regionale è emerso che, effettivamente, la materia non è ben regolata. L’Agenzia delle entrate, in buona sostanza, dà per scontato che coloro i quali presentano documentazione fiscale rilasciata oltre confine appartengano alla comunità slovena. Ma così non è, ovviamente. Pensiamo, ad esempio, a un’occasionale turista che debba ricorrere a cure in Slovenia. Scaricherà le spese sostenute producendo al Caf della sua città la ricevuta in sloveno senza tuttavia avere nulla a che fare con la minoranza slovena. Ma quel Caf o commercialista accetterà tale documentazione? Questo è il punto, che le istruzioni per la compilazione del 730 non chiariscono. Si legge. “Per i contribuenti aventi domicilio fiscale in Valle d’Aosta e nella provincia di Bolzano, non è necessaria la traduzione se la documentazione è scritta, rispettivamente, in francese o in tedesco. La documentazione sanitaria straniera eventualmente redatta in sloveno può essere corredata da una traduzione italiana non giurata, se il contribuente, residente nel Friuli Venezia Giulia, appartiene alla minoranza slovena”. Dunque, all’atto della denuncia dei redditi un contribuente è tenuto a dichiararsi appartenente o meno alla comunità slovena. Assomiglia molto a una discriminazione per ambo le parti. Se ne deduce che a chi non abita nel Fvg e a chi non appartiene alla comunità slovena conviene pagare in nero, con lo sconto, e risparmiarsi il mal di testa della libera interpretazione della norma. Siccome tale soluzione va condannata ecco che, forse, un chiarimento da parte degli organismi competenti sarebbe opportuno. In lingua italiana, s’intende.

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