Scontro sul rigassificatore di Veglia

Zagabria prepara una legge per accelerare sul terminal offshore. Regione e Comune: no a norme calate dall’alto
L’area del terminal pertolifero di Castelmuschio dove sorgerà il nuovo rigassificatore
L’area del terminal pertolifero di Castelmuschio dove sorgerà il nuovo rigassificatore

ZAGABRIA. È guerra aperta tra Fiume e Zagabria sul progetto del rigassificatore di Veglia (Krk). Il quotidiano croato Jutarnji List ha svelato un piano del governo per accelerare la costruzione di un impianto galleggiante a Castelmuschio (Omišalj) attraverso l’approvazione di una legge ad hoc, già soprannominata “Lex Lng” (acronimo che indica i termini inglesi per il gas naturale liquefatto, ovvero “Liquefied natural gas”). E già è arrivata la risposta ufficiale del presidente della Regione litoraneo-montana, Zlatko Komadina, il quale ha avvertito l’esecutivo del premier Andrej Plenković: la Regione - le sue parole - non è «disposta a negoziare» su alcuni punti chiave quali «gli aspetti ecologico, economico ed energetico».

Rigassificatore a Veglia. Castelmuschio si ribella


Tutto è cominciato con lo scoop del giornale zagabrese, che citando «fonti ben informate» assicura che «il governo sta scrivendo una lex Lng», ossia «una legge speciale che faciliterà e accelererà la costruzione di un rigassificatore galleggiante nei pressi di Castelmuschio sull’isola di Veglia». Notizia che non ha ricevuto smentite. L’obiettivo del governo sarebbe quello di piegare la resistenza delle autorità locali che hanno espresso apertamente la loro contrarietà a una “versione galleggiante” del rigassificatore in questione, concepito originariamente come impianto di terra. Secondo il quotidiano croato la legge speciale permetterebbe infatti di aggirare il problema della concessione da ottenersi tramite gara pubblica per un intervento sul demanio marittimo. Un aspetto, quest’ultimo, emerso proprio con l’evoluzione del progetto da rigassificatore a terminal offshore. Politicamente, poi, l’intervento legislativo farebbe uscire l’esecutivo Plenković dalla difficile posizione in cui si è venuto a trovare: sotto pressione da un lato da parte della Commissione europea per il finanziamento da 100 milioni di euro già accordato (e per il termine di fine lavori già fissato al 2019) ma vincolato, dall’altro, al consenso delle autorità locali.

L’Ue blinda il rigassificatore di Veglia
Veglia: l’area individuata per la costruzione del rigassificatore


Insomma, come per Agrokor (definita «compagnia di valore sistemico») è stata varata una “Lex Agrokor”, così per il rigassificatore di Veglia («progetto strategico di interesse nazionale») si passerebbe per una “Lex Lng”. Ma questo piano non fa i conti, si accennava, con le autorità locali: la Regione e, soprattutto, il Comune di Castelmuschio, assolutamente contrario a ogni scorciatoia. Nella conferenza stampa congiunta tenuta con Komadina, la sindaca Mirela Ahmetović ha fatto sapere che «il governo non ha alcun diritto di varare delle leggi senza avere prima interpellato i governi locali». Secondo Ahmetović, l’esecutivo cerca di «eludere la procedura legislativa per favorire un unico concorrente»: si tratta della Lng Croatia Llc, l’impresa pubblica responsabile dello sviluppo del rigassificatore che - con l’approvazione della nuova legge - non dovrebbe più partecipare ad alcun bando di gara per intervenire sul demanio marittimo.

A spalleggiare la sindaca di Castelmuschio è inoltre intervenuto, si diceva, il presidente della Regione litoraneo-montana Zlatko Komadina, che ha assicurato che «le autorità locali non si oppongono agli interessi strategici nazionali, ma esigono di essere rispettate», e ha aggiunto che «esistono diversi metodi, inclusa la disobbedienza civile». A contrariare Komadina sono sia i metodi dell’esecutivo che il nuovo aspetto del progetto. Già a fine ottobre 2017 il presidente regionale si lamentava infatti che Zagabria avesse sostituito l’iniziale rigassificatore da terraferma con «una nave gigante lunga 300 metri, larga 100 e alta come un grattacielo di 17 piani», insomma «un mostro» per l’ambiente e il turismo nel Quarnero. In questo scenario resta il cronoprogramma che prevede l’entrata in funzione del rigassificatore all’inizio del 2020.

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