«Sei milioni in tre anni per il terminal yacht» FOTO E VIDEO

Lo annuncia il presidente di Cartubi Franco. Serracchiani all’inaugurazione di piazzale e chiatta
L'inaugurazione della maxi chiatta (Lasorte)
L'inaugurazione della maxi chiatta (Lasorte)

TRIESTE Mauro Franco ha in mente un obiettivo, un investimento, una tempistica: realizzare nel piazzale Est di Cartubi un terminal attrezzato per accogliere i maxi-yacht. Attrezzato significa che nello spazio, dove in questa fase le belle unità da diporto sono operabili “open”, sorgerà un hangar alto 27 metri in grado di ospitare le attività di refitting. Ieri pomeriggio, inaugurando il piazzale di 12 mila metri dato in concessione dall’Autorità portuale, il presidente di Cartubi spiegava al governatore Debora Serracchiani, al sindaco Roberto Dipiazza, al commissario straordinario dell’Autorità Zeno D’Agostino come una lavorazione sugli yacht riesca a muovere soldi e lavoro.

 

Trieste, inaugurata la mega-chiatta di Cartubi-Ocean

 

Per fare questo l’azienda triestina ha occorrenza di alzare il livello di competitività: il terminal deve essere completato in un triennio con un investimento di 6 milioni. Il governatore ascoltava con attenzione perchè - come ha detto nel successivo intervento - la Regione Fvg ha appoggiato e finanziato la valorizzazione del demanio marittimo triestino (5-6 milioni nell’arco di oltre dieci anni). Intanto Franco ha mostrato agli ospiti la fase “1” della strategia di attrazione del ricco mercato yachting. Il piatto forte è la chiatta “Ant” (l’inglese formica), acquistata in società con la Ocean per una spesa di 3,5 milioni e trainata con un lungo viaggio dalla Norvegia. E’la più grande “barge” disponibile in Italia per lavori di manutenzione e di refitting, con una lunghezza di 91 metri e una stazza di 9 mila tonnellate.

 

 

Si tratta di un’unità semi-sommergibile, che, mediante un parziale abbassamento del galleggiamento, riesce a caricare e a trasportare un natante. Può farlo standosene ormeggiata alla banchina del piazzale Est oppure muovendosi con il supporto dei rimorchiatori. Poi lo yacht o chi per esso “scivola” dalla chiatta su appositi carrelli, che lo portano nel piazzale, per essere sottoposto alle previste lavorazioni. L’esordio sembra favorevole perchè la madrina del battesimo, Debora Serracchiani, ha felicemente rotto la bottiglia contro lo scafo. Carte in regola dal punto di vista scaramantico. In attesa che arrivi la merce preziosa rappresentata dagli yacht, la “barge Ant” farà un po’ di muscolo con alcuni lavori “oil&gas”. Si spera che entro la fine dell’anno si possa mettere mano su qualche scafo.

Franco ha insistito sulla collaborazione con Fincantieri e Giorgio Rizzo, manager del gruppo navalmeccanico, ha restituito l’assist. L’atmosfera, lontana dalle caldane elettorali e dai fumi della Ferriera, era serena. Serracchiani e Dipiazza si parlavano, Dipiazza ha chiamato D’Agostino “presidente” forse sbagliandosi o forse preannunciando futuri esiti. Il governatore si è soffermata sul punto franco internazionale come volano logistico e industriale. E ha inserito Trieste in un sistema portuale e interportuale regionale, che ha bisogno di sinergie per crescere e migliorarsi.

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