Selex Es s’aggiudica una maxi-commessa dalle Nazioni Unite

Contratto da 15 milioni: l’azienda metterà a disposizione il sistema senza pilota “Falco”per la missione in Congo
Di Luca Perrino

RONCHI DEI LEGIONARI. Ancora un “gran colpo” per lo stabilimento di Ronchi dei Legionari Selex Es. La società Finmeccanica, infatti, si è aggiudicata un contratto di servizio, della durata di tre anni più due in opzione, formalizzato da parte delle Nazioni Unite, per la fornitura di un sistema senza pilota a supporto della missione di pace “Monusco” nella Repubblica Democratica del Congo.

È una commessa che segue quella del valore di 40 milioni di euro con un Paese del Medio Oriente, vicina ai 15 milioni, e che offre sempre maggiori prospettive di sviluppo allo stabilimento di via Mario Stoppani nel quale oggi lavorano poco più di 200 persone.

Il sistema consiste in velivoli non pilotati con componenti abilitanti per operazioni di sorveglianza e acquisizione di informazioni sul campo.

È la prima volta che l’Onu sigla un accordo con un operatore civile, quello di Ronchi dei Legionari appunto, per impiegare la tecnologia Uav (Unmanned Aerial Vehicle) a supporto del suo mandato umanitario. Selex Es metterà a disposizione il suo sistema proprietario “Falco”, che è composto da alcuni aerei a pilotaggio remoto, le stazioni di controllo a terra, tutti i necessari equipaggiamenti e la logistica che serve per rendere operativo il tutto.

L’Onu, inoltre, proprio per la missione in terra africana, potrà contare su un team di eccellenza composto da piloti, esperti di manutenzione e analisti di informazioni in grado di utilizzare i più sofisticati sensori e strumenti di gestione dati.

Il “Falco” è un velivolo “unmanned”, ovvero senza pilota a bordo, non armato di media altitudine e durata in grado di operare da piste di atterraggio semi preparate. Decollo, atterraggio ed esecuzione della missione sono completamente automatizzati.

Diversi paesi al mondo usano il “Falco”, che ha dimostrato le sue capacità in un’ampia varietà di condizioni ambientali. L’unico rammarico resta il fatto che proprio l’Italia, dove il sistema è stato progettato e viene prodotto, non ha ancora deciso il suo impiego. Alcuni anni fa si parlò dell’utilizzo del “Falco” per compiti di protezione civile in Piemonte. La dimostrazione delle capacità di questo velivolo, che fino ad oggi ha avuto solo impieghi militari, la si è avuta negli anni scorsi quando si è svolta con successo tra Levaldigi, Benevagienna, entrambe in provincia di Cuneo e Torino, in Piemonte, la dimostrazione conclusiva del progetto di ricerca Smat F1 (Sistema di monitoraggio avanzato del territorio, Fase 1). Progetto che, però, non è mai concretamente decollato.

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