Selz libera dagli allagamenti i laghetti saranno misurati

Aste idrometriche rileveranno l’altezza dell’acqua e i comportamenti delle falde Saranno posizionate ai due inghiottitoi e alle risorgive di via delle Fornaci

RONCHI

Tre aste idrometriche per rendere ancora più efficace il controllo sul comportamento delle falde nella zona dei laghetti delle Mucille. Sono quelle che, nei prossimi giorni, saranno sistemate a cura dell’amministrazione comunale di Ronchi dei Legionari che, per questa delicata operazione, si è affidata alla ditta Geoalpina di Udine, con una spesa di poco superiore ai seimila euro.

I tre strumenti, che andranno a misurare l’altezza dell’acqua e, quindi, i comportamenti delle falde, saranno posizionati all’altezza dei due inghiottitoi, rispettivamente alti 5 e 3 metri, e delle risorgive di via delle Fornaci, in questo per un’altezza di 4 metri. Le aste saranno posizionate verticalmente e ancorate, nei primi due casi, alla parete rocciosa e nel terzo al ponticello in calcestruzzo esistente. Saranno posizionate con lo zero posto alla medesima quota assoluta in metri sul livello del mare.

Da mesi, ormai, grazie alla collaborazione con il dipartimento di matematica e geoscienze dell’Università di Trieste, si stanno facendo approfondite ricerche con un unico e grande obiettivo, il ripristino delle funzionalità idrauliche dell’inghiottitoio principale dei laghetti, nel rione di Selz.

Quando la località potrà riprendere la sua originaria vocazione, allora potranno essere scongiurati del tutto i rischi di allagamento che, spesso, sono stati reali nel quartiere cittadino.

È necessario risolvere l’annosa questione una volta per tutte e far sì che, quando piove copiosamente, le acque dei laghetti delle Mucille non tracimino e possano defluire attraverso i due inghittoi, di origine preistorica, uno dei quali, in particolare, appare particolarmente otturato a causa delle opere edili realizzate, quasi 20 anni fa, per la costruzione dell’acquedotto di Trieste.

I tre laghetti di origine artificiale sono conosciuti dalla popolazione locale come “busa granda de Corneglio il fabbro”, “busa de pipa e busa del camin”, mentre un quarto laghetto, oggi bonificato, veniva chiamato “busa dele canele”. Sono i residui delle cave di argilla di cui si sono servite le due fornaci di laterizi la cui attività partì nella seconda metà del diciannovesimo secolo. E nel 1872, nella mappa dell’allora comune di Vermeano, non sono ancora segnati. L’attività delle fornaci si esaurì negli anni Trenta. Già nel corso dell’anno 2000 è stata effettuata un’indagine idrogeologica in prossimità degli abitati di Selz per verificare la situazione delle aree del territorio comunale soggette ad allagamento.—



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