Sempre più numerosi i camosci del Carso: avvistamenti nei paesi

L’ultimo episodio a Redipuglia lungo la strada del Sacrario Nel nostro territorio presenti tra i 70 e i 150 esemplari

FOGLIANO REDIPUGLIA. I prudenti parlano di una settantina di esemplari, altri si spingono fino a 150. Di certo c’è un fatto: sul Carso i camosci non sono più una rarità, anzi, sono sempre più numerosi e le colonie sono in espansione. Il loro areale si è allargato, così può capitare di avvistarli anche in vicinanza dei centri abitati. Il lettore Giancarlo Berin domenica scorsa li ha fotografati a Redipuglia lungo la strada che sale alla chiesa del Sacrario.

In via del Carso, all’improvviso, si è trovato di fronte un giovane esemplare di camoscio che stava scendendo verso il paese. «Dopo un attimo di smarrimento, dovuto all’inaspettato incontro, ho scattato alcune foto, che non sono venute molto bene, ma che in ogni caso hanno immortalato il fatto - racconta -. L’animale dopo un attimo di titubanza ha invertito il senso di marcia e, lasciando la strada asfaltata, è ritornato fra i cespugli e la macchia carsica verso il vallone che da Redipuglia porta verso il Monte Sei Busi».

Come i camosci siano arrivati sul Carso ancora non è chiaro. Ci sono teorie contrastanti. C’è chi sostiene che siano stati “importati” e chi invece ipotizza che si siano spinti verso il nostro territorio per fuggire ai lupi sempre più numerosi in Slovenia. Di certo c’è che come ricorda Fabio Perco, direttore scientifico della Stazione biologica dell'Isola della Cona, la prima (e curiosa) testimonianza di questa presenza nelle nostre zone risale al 1989 quando, all’altezza dei Filtri di Aurisina, una giovane femmina, poi trasferita e liberata a Venzone, venne sorprendentemente recuperata da un villeggiante per mezzo di un gommone mentre nuotava verso il largo.

I dati legati alla diffusione dei camosci si trovano nel libro del 2011 “Fauna della Riserva naturale falesie di Duino” dove Fabio e Nicoletta Perco annotano che una piccola popolazione (stimata tra i 10 e i 20 nel 2004, tra i 50 e i 60 nel 2009 e superiore ai 100 nel 2011) si è spontaneamente insediata nell’area collinare tra Medeazza a Malchina nell’ambito del comune di Duino Aurisina. La popolazione, considerata in fase di continua espansione e colonizzazione, si è allargata verso la Val Rosandra a sud-est e verso Jamiano, Sagrado, Pietrarossa e Doberdò del Lago verso nord-ovest.

«Anche se i camosci sono legati ad ambienti alpini, la loro presenza non è un problema dal punto di vista dell’ecosistema. Il fatto che sia insolito averli a quote così basse e vicino al mare, può semplicemente significare che abbiamo sottovalutato la loro capacità d’adattamento», osserva Perco.

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