«Senza certezze non faremo investimenti»

GRADO. La soddisfazione per l’esito dell’incontro incentrato sulla direttiva europea Bolkestein - forse per la prima volta esaminato in tutte le sue sfaccettature - e la notizia che lo Stato è alla ricerca di qualche escamotage non bastano ai concessionari degli stabilimenti balneari gradesi. Infatti, come spiega Marco Lauto dello stabilimento Tivoli della Costa Azzurra, «ad oggi non possiamo assolutamente fare alcun investimento». Affermazione puntuale e precisa poiché le concessioni balneari hanno scadenza nel 2020, fra soli quattro anni e a quel punto - se non interverranno delle soluzioni alternative - le concessioni saranno poste a gara pubblica. «E la concessione potrebbe anche scadere prima - dice ancora Lauto - se la Corte Giudiziaria Europea dovesse decidere che le proroghe che sono in atto non hanno efficacia».
Il workshop svoltosi ieri mattina nella sala del Consiglio comunale, per iniziativa della Confartigianato regionale e provinciale goriziana, conclusosi peraltro senza alcun dibattito, ha spaziato su tutto il campo con la partecipazione della parlamentare europea Isabella De Monte, del parlamentare riminese Tiziano Arlotti, che si è già fatto promotore di varie iniziative, e dell’assessore regionale Sara Vito pronta ad assicurare la disponibilità a promuovere un tavolo unitario di lavoro. I diretti interessati, però, sono i concessionari. «Abbiamo preso atto - precisano quelli della Costa Azzurra - che qualcosa si sta muovendo a livello nazionale grazie al lavoro dell’onorevole Arlotti di Rimini». Si dichiarano inoltre contenti del fatto che lo scottante argomento non sia stato solo trattato dal punto di vista economico finanziario ma anche sotto l’aspetto sociale. Un tanto valutando le conseguenze che un’errata applicazione delle normative europee potrebbe portare a una sfiducia completa verso le istituzioni e lo Stato non solo da parte degli attuali imprenditori ma anche da parte dei giovani che vedendo perpetrato questo «suicidio legislativo», potrebbero perdere la voglia di imprendere e investire. E non solo nel Friuli Venezia Giulia ma nell’intero Paese.
Di certo oggi si discute, come sottolineato dal commissario straordinario al Comune, Claudio Kovatsch, su un doppio binario: quello della proroga e quello del rimborso ai concessionari uscenti. Di questo ne hanno fatto riferimento un po’ tutti i relatori compresi Ariano Medeot della Confartigianato Gorizia, Graziano Tilatti della Confartigianato Friuli Venezia Giulia e Gianluca Madriz della Camera di Commercio. La speranza di tutti è che possa essere ritenuta valida la proroga per le concessioni in essere mentre quelle nuove dovrebbero invece osservare i contenuti della direttiva Bolkestein, cioè essere messe a gara anno per anno. Ma non investendo i concessionari che servizi offriranno ai bagnanti e all’immagine della città? Il secondo aspetto è la “buonuscita” ai concessionari che andrebbe a coprire solo parzialmente gli investimenti fatti. Ecco perché, come sottolineato ancora da Arlotti, è necessario tenere conto del valore dell’impegno di tante famiglie. A Grado e a Lignano ci sono due arenili che sottostanno a un diverso regime concessionario in quanto gestiti da società d’area. Fermo restando la scadenza del 2020, come spiegato dal presidente di Git Alessandro Lovato e dall’ad Mauro Bigot, differentemente dai privati, a subentrare ci potranno essere solo enti pubblici o società d’area.
@anboemo
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