Serata di S. Silvestro Ristoranti esauriti con menu alla carta

di Laura Tonero
Tutto esaurito nei locali cittadini che hanno organizzato il tradizionale cenone di Capodanno. I triestini non hanno deluso le aspettative dei gestori e hanno brindato con spumanti e prosecchi ad annaffiare abbondanti piatti di pesce o di carne, per poi concludere la serata di San Silvestro con un paio di fette di zampone accompagnate dalle immancabili lenticchie.
Ma la novità sta nel fatto che per riuscire a riempire trattorie e ristoranti, per andare incontro alle diverse esigenze dei cittadini, molti gestori hanno optato per il menù alla carta scartando invece quello fisso, che impone una serie di portate corrispondenti a un prezzo prestabilito. «In questo modo ognuno ha potuto crearsi il cenone alla portata delle proprie tasche - sostiene Claudio Marcolin, titolare del ristorante Diana a Opicina – anche se è normale che un ristoratore che magari investe per organizzare una serata un po’ diversa necessiti di entrate certe. La crisi comunque – commenta ancora l’esercente di Opicina - in queste giornate si avverte meno. Noi ristoratori la sentiamo di più durante le giornate feriali: il sabato, la domenica e in occasione della feste i triestini invece continuano ad andare al ristorante».
Chi ha optato per il cenone da consumare fuori casa ha scelto il ristorante tradizionale o quello alla moda, ma non ha disdegnato la birreria e la pizzeria; frequentati l’altra sera anche i ristoranti etnici, dal cinese al giapponese e all’indiano.
Tutti i locali si sono attrezzati per la serata del 31 dicembre. C’è chi ha offerto una serata danzante accompagnata da pollo, salumi e patatine fritte a 65 euro, chi involtini primavera, ravioli al vapore con gamberetti al curry a 35 euro, e chi invece - come il ristorante dell’hotel Duchi D’Aosta in piazza Unità d’Italia - ha servito un menù a base di scampi, tartufo e caviale innaffiati da pregiati vini a 130 euro a persona.
Parecchi anche i turisti sloveni, austriaci, spagnoli. Un bel tavolo di ragazze siciliane per la prima volta in visita a Trieste ha ordinato per la cena di fine anno alla Tecia in via San Nicolò piatti di jota, prosciutto caldo in crosta con la senape e il kren, “patate in tecia” e anche i tradizionali “civa”.
Tra i ristoranti che hanno comunque scelto di proporre un menù fisso c’è anche Menarosti. «La serata del 31 dicembre è andata molto bene – riferiscono i gestori – i piatti più richiesti sono stati la granseola, il nostro risotto e il fritto misto». Menù alla carta e tutti i tavoli prenotati da settimane da Gruden, sull’altipiano, e ai Fiori, in pieno centro cittadino. «Avevamo il tutto esaurito – riferisce il gestore del ristorante di piazza Hortis, Stanislao Puzzer – abbiamo servito pesce e a mezzanotte la tagliata con le lenticchie». Neanche un tavolo libero alla Marinella, che ha registrato il tutto esaurito anche per il pranzo di Capodanno. Molti sono però i triestini che hanno scelto di mangiare a casa, di uscire prima della mezzanotte andando a bere un bicchiere di vino nei tanti locali aperti in centro città e festeggire infine l’arrivo del 2012 sulle Rive, godendosi lo spettacolo dei fuochi di artificio.
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