Serpentade affonda la magnadora col veleno

Più biforcuta che mai, la lingua del Serpente batte lì dove la politica duole. È infatti ancora una volta la magnadora protagonista non esclusiva, ma certamente principale, delle 88 pagine fresche di stampa del numero unico (supervisionato da Sergio Marini) in edicola al prezzo di 5 euro. Già dalla copertina e fino alla penultima rubrica dei “Go-Casta” - sì perché quest’anno la penna delle Serpentade si è allungata fino al capoluogo provinciale - sono infatti amministratori, consiglieri, politici o aspiranti tali ad animare vignette (quaranta) e battute. Merito non solo di Marini, sia chiaro, ma anche dei suoi 23 preziosi, fedelissimi collaboratori. «Anche stavolta - ha raccontato ieri sera Marini alla presentazione delle rivista che gareggia con la Cantada - abbiamo avuto un occhio di riguardo per la Benes e il sindaco Altran, in particolare per la questione dell’amianto. Non abbiamo tuttavia risparmiato Gorizia e, aspetto inedito, Doberdò, che quest’anno ha una sua pagina dedicata». Il raggio d’azione del Serpente si è esteso però anche a Sistiana con Portopiccolo e i suoi vip, ritratti in un esilarante fumetto. Un altro dei temi su cui il Serpente ha ampiamente distribuito il suo veleno è poi quello della fusione, con ironia però equamente ripartita: a pagina 27 ci sono i “Noisti” (al primo punto el podestà de Ronchi) e subito dopo i “Siisti”.
Non si è trattato dell’unica novità raccontata all’affollatissimo “Civico 44”: «Abbiamo una speciale pagina dedicata allo scalo ronchese con Airport ’69 - argomenta Marini - e compare anche una rubrica inedita dedicata a dentisti e dottiri». La pagina si affianca alle ormai tradizionali hit riservate ai “Caìa” e ai “Vib”, rispettivamente le persone più “pesanti” e i Very important bisiachi (o che tali si ritengono). Non manca infine quella dedicata ai “Magnadori e parassiti vari”, articolata in ben 20 punti. «Tra le “Meio robe della Bisiacaria” - ancora Marini - mi piace segnalare invece gli 80 anni di sior Anzoleto e Roberto La Rosa, inventor del Serpente che nella rivista ho salutato». Infine due sassolini levati dalla scarpa: «Esorterei la Benes a scrivere un’altra lettera ai commercianti, perché da quando l’ha fatto il numero degli inserzionisti è salito; mentre a Blasini, che nel 2010 asseriva che la Cantada mai sarebbe traballata per la nascita di un altro giornale, dico solo che lo scorso anno abbiamo registrato una tiratura di 2.400 copie e oggi con le Serpentade siamo all’8ª edizione». La lingua biforcuta non si placa. (ti.ca.)
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