Serracchiani: «Meno rischi chiudendo il Punto nascita»

«Chiusura inopportuna e inconcepibile», secondo Ettore Romoli. «Una decisione presa per motivi di sicurezza», a sentire Debora Serracchiani.
Due posizioni inconciliabili. E non poteva che essere così. Il primo cittadino e la presidente della Regione si sono incontrati ieri mattina a Udine: sul tavolo la spinosa questione della chiusura del Punto nascita. Al di là del confronto, che non deve essere stato particolarmente tranquillo, la governatrice ha dato un annuncio: a Gorizia verrà insediato il centro amministrativo complessivo che guiderà il nuovo Ente per l’assistenza (Eas), frutto dell’aggregazione delle Sanità dell’Isontino e della Bassa Friulana. Basterà a frenare la rabbia di Gorizia?
«Non eliminiamo alcun servizio all’ospedale di Gorizia, non stiamo assolutamente smantellando il nosocomio goriziano», hanno ribadito la presidente Serracchiani e l’assessore Maria Sandra Telesca, al sindaco di Gorizia, Ettore Romoli. «Viene invece chiuso il Punto nascita per motivi di sicurezza e di qualità d’intervento, in quanto non esiste alcun paramento o margine che giustifichi una possibile prosecuzione dell’attività di questa struttura. Non possiamo far correre rischi a mamme e bambini».
Vengono nel contempo confermati tutti i servizi dell’ospedale goriziano, compresi quelli di Ginecologia e Pediatria, e Gorizia e l’Isontino manterranno la propria autonomia dal punto di vista sanitario, ha assicurato la presidente della Regione. Per quanto inoltre riguarda il progetto della “Casa del parto” transfrontaliera (inserita nei programmi del Gect, il Gruppo europeo di cooperazione territoriale in corso tra Gorizia e Nova Gorica), Serracchiani a Telesca hanno confermato al sindaco Romoli che questa progettualità andrà avanti, «legandola a quel “percorso nascita” sul territorio che deve venire incontro alle esigenze delle madri e dei bambini nelle fasi pre o post parto: si tratta di uno sviluppo sul quale l’interesse della vicina Slovenia è significativo e quindi anche questa progettualità potrà essere oggetto di importanti accordi con la vicina Repubblica», ha affermato l’assessore alla Salute.
E il sindaco Romoli? Ha ribadito che la chiusura del Punto nascita goriziano appare invece del tutto inopportuna, anche alla luce delle possibili attività sanitarie di collaborazione transfrontaliera con la Slovenia. Secondo il primo cittadino, negli anni passati, si è fatto di tutto per creare le condizioni atte alla chiusura del Punto nascita cittadino. «Rimango sulle mie posizioni. Ma intendo continuare il dialogo per salvare il progetto della casa del parto. Sul Punto nascita - commenta il sindaco - mi hanno detto che la decisione è presa perché il reparto rappresentava un pericolo. Dal canto mio, ho ribadito che tale azione doveva essere inserita nel progetto complessivo della sanità: invece questa è stata una chiusura “a prescindere”. Inoltre, temo ci saranno riflessi negativi sulla sanità transfrontaliera». Dati positivi? «Mi hanno dato ampie rassicurazioni che non ci sarà alcun ridimensionamento nè dell’ospedale di Gorizia nè del Pronto soccorso. Inoltre, mi è stato confermato che arriverà un milione di euro per la casa di riposo».
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