Servizio “24 ore” al Csm di Barcola: Uil contraria Il Pd esulta per il dietrofront

Dopo l’annuncio di Asugi sul Centro di salute mentale: dal sindacato no «perché non è rientrato abbastanza personale». Barbo soddisfatto 
Marco Ballico

le reazioni



Riaprire sulle 24 ore «è una scelta poco comprensibile». La Uil Fpl Fvg tuona contro l’annunciato raddoppio del servizio al Csm di Barcola. Questione di personale. Secondo il segretario regionale Luciano Bressan «non ne è rientrato abbastanza». Asugi ha fatto sapere che i vuoti di organico che avevano costretto a un’apertura ridotta a 12 ore sono rientrati. Ma la Uil non ci sta. E ribadisce che nel comparto della salute mentale triestina si riscontrano, oltre alla «cronica» carenza di personale, anche «l’inidoneità alla turnazione notturna di molti professionisti dall’elevata età media» e «l’assenza di alcuni operatori per diverse ragioni non vaccinati».

Negli ultimi mesi, sostiene Bressan, «il personale ha portato avanti senza recriminazioni corporative il lavoro complesso di questa realtà dipartimentale, coprendo notti e turni extra e lavorando in “prestito” presso unità operative diverse dalle proprie per sostenere le fragilità del sistema. Il rischio reale è però di far venir meno la continuità dei processi di presa in carico e le tanto decantate buone pratiche con conseguenze non irrilevanti per la popolazione assistita».

Di qui la contrarietà al ritorno alle 24 ore: «Appare chiara la spinta verso un’apertura “politica” di servizi privi soprattutto di infermieri, figure dichiaratamente scomode alla direzione aziendale, ma sollecitate a dare in termini di orari, di riposi non usufruiti, di servizi notturni ripetuti».

Dal fronte politico emerge invece la soddisfazione del Pd cittadino per il mantenimento dei quattro Csm triestini assicurato dal dg di Asugi Antonio Poggiana, contrariamente a quanto indicato in una bozza dell’atto aziendale. Secondo il consigliere comunale Giovanni Barbo, si tratta del «risultato della mobilitazione popolare a difesa di presidi irrinunciabili per il territorio».

Rimane peraltro «il giudizio negativo sul sindaco Dipiazza e la sua maggioranza, che finora hanno ignorato ciò che stava accadendo contro la città e – conclude il capogruppo dem in Municipio – non hanno voluto tener conto della nostra richiesta di discutere in Consiglio comunale su decisioni fondamentali per la salute dei triestini». —



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