Sgarbi: "Sarà la Biennale migliore, da 9 in pagella"
Entusiasmo per il Magazzino 26: "Merita un 10. Ma è l’unico ristrutturato, la città è in prostrazione". Sorpresa post-elettorale: "Lavoro meglio col centrosinistra"
Grazie alla sua collocazione quella di Trieste sarà la più «biennalesca» delle mostre regionali che discendono a grappolo dal Padiglione Italia allestito da Vittorio Sgarbi, e che si espandono regione per regione, adesso ormai con inaugurazioni quotidiane: il 20 giugno ad Ancona, l’altro giorno a Urbino, ieri a Bologna. Il critico irrefrenabile ce l’ha fatta e ogni giorno taglia un nastro, prontissimo a farlo a Trieste, «dove la sede in Porto vecchio è in assoluto la più bella d’Italia, la più simile all’Arsenale di Venezia, di fronte al mare» dice, col ricordo fresco dell’altra notte, quando si è infilato con la macchina fra i tetri magazzini chiusi, neri e lugubri prima di raggiungere quell’unico illuminato dove si stanno sistemando le 172 opere per la Biennale diffusa che s’inaugura domenica alle 18 (apertura fino al 27 novembre, orario 10-21, prolungamento fino alle 23 di venerdì e sabato).
Ma proprio quel buio l’ha di nuovo impressionato: «In tanti anni l’unica cosa aggiustata è il Magazzino 26, questo dice che la città è in uno stato di prostrazione. L’avevo detto al sindaco Dipiazza più volte, Trieste ha quello che altri luoghi s’inventano come sede di “outlet”, casette e villaggi per centri commerciali, in Porto vecchio c’è già tutto, per commercio ma anche per fare teatri, alberghi. È un luogo meraviglioso, molto più bello di Miramare, e mi pare che questa mostra dà la sensazione di andare anche al di là del singolo momento positivo, spero che sia l’inizio di qualche cosa che poi continuerà».
E girando per l’Italia dove alla fine saranno in vetrina circa 2000 artisti, e con le elezioni amministrative in mezzo, Sgarbi, il berlusconiano d’acciaio, ha fatto un’altra sorprendente sorpresa. Il centrosinistra funziona meglio del centrodestra. «Le amministrazioni di centrosinistra - ammette - sono più veloci (tolto Nichi Vendola...), mi sono trovato benissimo a Torino con sindaco Piero Fassino dove abbiamo trovato una nuova sede da 12 mila metri quadrati che prima era mancata, e ho ottima sintonia col nuovo sindaco di Trieste, Roberto Cosolini, persona che apprezzo, ha mantenuto un buon rapporto con Dipiazza e ha fatto la cosa giusta, portare a termine quello che era stato iniziato».
Dal sopralluogo in quel Porto vecchio in cui da sottosegretario impose i vincoli di tutela), Sgarbi ha ricavato giudizi netti sul contenitore ma anche sugli artisti ammessi: «Alla sede, voto 10. Alla mostra 9. Molti artisti sono bravi e sorprendenti, e poi c’è una piccola parte di “infiltrati”. Non ho alla fine voluto dir niente. Insomma, una decina sono pittori amatoriali, un’ottantina oltre ai fotografi sono di grande creatività. Mostreremo però in pieno il repertorio artistico di 10 anni in Friuli Venezia Giulia, un vero “stato dell’arte”. A Venezia ho dato per titolo “L’arte non è cosa nostra”, e mi pare che questo si sia realizzato molto di più nelle regioni, dove io ho avuto solo una funzione leggera».
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