Sgt, il giudice reintegra 155 dimissionari

«Uscirono solo per l’aumento dei canoni». Tornano così in discussione tutti i 761 recessi
Si saranno pur dimessi, ma in pratica è come se non l’avessero mai fatto. E quindi, in vista della resa dei conti - l’assemblea per il rinnovo delle cariche sociali in programma il 28 novembre - sono da considerarsi soci e possono votare. L’ennesima puntata a Foro Ulpiano del caso Sgt segna un punto pesante a favore dei
contras. Il giudice Giovanni Sansone ha accolto infatti il ricorso dell’avvocato Luca Vecchioni per conto di 155 associati che come altri 600 e passa - visto che in quel periodo i cosiddetti recessi hanno riguardato 761 persone su 917 tesserati in regola - a fine agosto avevano optato per le dimissioni dallo status di socio in seguito alla delibera sui canoni d’oro votata dal direttivo presieduto da Carmelo Tonon. Una delibera che, però, lo stesso magistrato avrebbe successivamente bollato esaminando un altro ricorso dei contras. «Risulta del tutto evidente - scrive il giudice Sansone nella sua decisione depositata in cancelleria lo scorso martedì - che la ragion unica del recesso è stata l’erroneo convincimento, da parte dei ricorrenti, della legittimità della deliberazione con la quale il Consiglio direttivo della Sgt ha abusivamente, come affermato da questo Tribunale con ordinanza cautelare dell’8 ottobre 2009, elevato la quota sociale per l’anno 2009-2010 da 40 a mille euro e applicato una integrazione per l’anno sociale 2008-2009 di 1800 euro».


Tra i 155 riammessi al voto del 28 novembre figura pure il maestro di judo Raffaele Toniolo, colui che dalla famosa conferenza stampa del Coni a maggio si è preso sul groppo, con la moglie Monica Barbieri, il ruolo di portavoce del Comitato Pro-Sgt. «Questa - sospira Toniolo - è una vittoria di chi ci crede ancora, nonostante tutto, a cominciare dall’avvocato Vecchioni che ringrazio». È una vittoria, di certo, per i 155 ricorrenti, che nei giorni scorsi si erano visti recapitare a casa una lettera con intestazione della Sgt in cui venivano evocate le loro dimissioni come atti dagli «effetti giuridici irrevocabili», cosa poi ribaltata dalla decisione del giudice.


Ma vittoria potrebbe essere, facendo giurisprudenza, anche per tutti gli altri soci che a fine agosto si erano arresi e che ora intendono presentarsi all’assemblea del 28 novembre. «I ricorrenti possono partecipare, gli altri se sono interessati mi facciano pervenire la loro richiesta di partecipazione con la documentazione che attesti la loro presunta legittimazione a votare, valuterò ogni singola posizione anche alla luce di quest’ultima sentenza», chiarisce Maurizio Consoli, il numero uno dell’Ordine degli avvocati incaricato dallo stesso giudice Sansone di presiedere quell’assemblea come garante super partes.


Un’assemblea che si farà il 28 novembre in seconda convocazione, come da originale disposizione del Tribunale, assicura Consoli, anche davanti a un reclamo che i ben informati danno per scontato. Quale reclamo? Quello che Tonon può per legge decidere di presentare al Collegio del Tribunale per chiedere la revisione del pronunciamento del giudice Sansone. Lo si dà per scontato anche conoscendo la tempra di uno dei due nuovi legali voluti da Tonon per affiancare Antonio Regazzo nella difesa del direttivo Sgt: l’avvocato Francesco Alessandro Querci. L’altro è Paolo Stern, consigliere dell’Ordine presieduto da Consoli. «Se prima di quella data dovesse intervenire eventualmente una modifica del giudizio - così lo stesso Consoli - ne prenderò atto e farò partecipare all’assemblea chi ne avrà il diritto in base a quell’ultimo pronunciamento. Ma l’assemblea si farà».

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