Si è spento a 88 anni il conte Prandi l’“ultimo” dei nobili

All’età di 88 anni si è spento il conte Prandino Prandi de Ulmhort, appartenente a una famiglia nobile che ha scritto in maiuscolo la storia goriziana. Prandino Prandi era nato a Trieste dalla contessa Margarita von Pott e dal conte Gino. La prima parte della sua vita la trascorre nella villa di famiglia a Cassegliano, già Villa Sbruglio, sul guado dell’Isonzo che segnava il confine tra Austria e Venezia. Un devastante incendio distrugge la villa nel 1932 e Prandino Prandi si trasferisce con la famiglia nella villa di via Don Bosco. Nell’immediato dopoguerra inizia gli studi universitari che non completerà per seguire direttamente l’azienda agricola di Cassegliano. Di pari passo si forma la sua passione politica. Abbraccia la causa del Partito Liberale di cui diventerà autorevole esponente. È tra i promotori dell’istituzione del Fondo Gorizia in seno alla Camera di Commercio, progetto sostenuto dall’allora ministro del Pli Renato Altissimo. Prandino Prandi de Ulmhort non si risparmia nell’affiancare l’amico Loris Fortuna nelle campagne per il divorzio e per l’aborto. Anche grazie al suo instancabile lavoro l’amico giornalista e scrittore Enzo Bettiza riuscirà ad essere eletto nel primo parlamento europeo. A Gorizia si distingue per posizioni assolutamente liberali, sia a tutela delle minoranze (battaglia dei manifesti sugli sloveni) che portando a Gorizia, nel 1976, il dissidente russo Andrej Sininiavskj fuggito dall’Urss per svolgere una conferenza sui diritto dell'uomo.
Fa poi parte dell’associazione Paneuropa. Amico di Otto d'Asburgo, lo invita due volte a Gorizia e a Trieste per incontri istituzionali e conferenze sulla nascente Cee e sulla caduta del Muro di Berlino. Nei primi anni Duemila troviamo Prandino Prandi nel Curatorio della Fondazione Coronini Cromberg. Dal matrimonio con Corinna Brandolin, “anima” e fondatrice della scuola di danza Tersicore, scomparsa nel 2010, è nato Ferdinando. I funerali saranno celebrati martedì o mercoledì nella chiesa di Piazzutta. Il conte Prandino riposerà accanto all’amata Corinna nel cimitero di San Pier d’Isonzo.
L'origine dei conti Prandi de Ulmhort va ricercata in Trentino, nel paesino di Padaro, frazione di Arco, dove sono citati già nei libri parrocchiali del '500.
La prima parte del Novecento della secolare storia dei Prandi vede protagonista il conte Gino (1881-1936). Egli diventa podestà di San Pier d'Isonzo e aderisce al Partito Popolare di monsignor Faidutti, nelle cui fila diviene deputato nella Dieta provinciale. Ufficiale austroungarico nella Prima guerra, farà parte del Comitato per i rifugiati della Galizia e, dopo Caporetto, ricoprirà la carica di commissario per il vettovagliamento e sarà chiamato a far parte dell'Istituto di credito di guerra per il territorio meridionale dell'Impero. Nel 1918 sarà uno dei liquidatori della Banca Friulana e, non appena finito il conflitto, avrà difficoltà per la sua fedeltà all'Austria che gli costeranno il confino in Sardegna, assieme a De Gasperi. Ha avuto tre figli maschi: Bernardino, Leonardo e, appunto, Prandino. (r.c.)
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