Sissa cerca con le analogie le cause del Parkinson

Nuovo studio finanziato da Telethon con 350mila euro sulla tipologia genetica del morbo. Obiettivo: trovare geni scatenanti comuni alla versione sporadica

LAX99 - 19990310 - BEVERLY HILLS, CA, UNITED STATES : Muhammed Ali(L) signs a painting as its artist Caryn Fregoso(C) watches during an exhibition at the Very Special Arts Gallery West in Beverly Hills, CA 10 March 1999. Ali attended the exhibition "Strength of Greatness" at the gallery, which features works of art created by people suffering from Parkinson' Disease. The event raised money to create awareness and conduct research about the disease. EPA/ AFP PHOTO Frederick M. Brown
LAX99 - 19990310 - BEVERLY HILLS, CA, UNITED STATES : Muhammed Ali(L) signs a painting as its artist Caryn Fregoso(C) watches during an exhibition at the Very Special Arts Gallery West in Beverly Hills, CA 10 March 1999. Ali attended the exhibition "Strength of Greatness" at the gallery, which features works of art created by people suffering from Parkinson' Disease. The event raised money to create awareness and conduct research about the disease. EPA/ AFP PHOTO Frederick M. Brown

di Matteo Unterweger

TRIESTE. Analogie. Da cercare, puntigliosamente, per tradurre il progresso scientifico in risposte concrete alle difficoltà quotidiane di quanti sono colpiti dalla più frequente malattia degenerativa: il morbo di Parkinson. E per capire, soprattutto, quali siano i geni che causano la malattia. È sulla ricerca di punti in comune tra le forme ereditarie della stessa e la sua forma sporadica che Stefano Gustincich, coordinatore del laboratorio di neurogenomica della Sissa (Scuola internazionale superiore di studi avanzati), e il pool che collabora con lui si stanno concentrando nell’ambito di un progetto specifico denominato “Analisi di espressione genica nel sangue dei malati di Parkinson” e finanziato dalla Fondazione Telethon. Un supporto, questo, da circa 350mila euro.

Il lavoro che vede impegnato Gustincich, da tempo specializzato negli studi sul Parkinson, è articolato in particolare nell’analisi su campioni di sangue di pazienti affetti da forme ereditarie, genetiche del morbo. Su quelle sporadiche, infatti, si era già concentrato, nel corso di uno studio precedente portato avanti assieme a Italtbs e alla Clinica neurologica di Trieste. Quel progetto era denominato Sympar: «Avevamo cercato i geni legati alla malattia nel sangue di pazienti sporadici, trovandone circa 200. Ora - spiega Gustincich - stiamo scrivendo il lavoro». A quella base si lega in maniera fondamentale la nuova ricerca finanziata da Telethon e che ha in Raffaella Calligaris la propria coordinatrice. «Ora ci chiediamo - entra nel dettaglio ancora l’esperto della Sissa - se anche nei casi ereditari i geni che determinano la malattia siano gli stessi oppure no, per vedere di trovare un kit diagnostico che possa identificare tutti i malati di Parkinson indipendentemente dalla sua origine». Gustincich, laureato in Scienze biologiche all’Università di Trieste con dottorato conseguito alla Sissa e post doc all’Harvard Medical School di Boston, aggiunge poi: «Se verrà individuato un denominatore comune fra le due tipologie del morbo (genetica e sporadica, ndr ) vorrà dire che questi geni rappresentano la causa della malattia». A quel punto, la ricerca terapeutica non potrebbe che ricevere in dote da questa scoperta dei vantaggi nella lotta al morbo. Considerato peraltro che oggi come oggi con le terapie disponibili non è possibile risolvere il problema, ma solamente alleviare le situazioni di disagio. I trattamenti con i farmaci, infatti, servono a migliorare la qualità della vita dei pazienti, ma non a sconfiggere il Parkinson.

Anche in questo caso si tratta di «un progetto a tre partner - illustra Gustincich -. Oltre a noi della Sissa, sono coinvolti la Clinica neurologica di Trieste guidata dal professor Gilberto Pizzolato e il medico genetista Stefano Goldwurm del Centro Parkinson di Milano. Cerchiamo di trovare un metodo che ci permetta di fare una diagnosi precoce del Parkinson partendo dal sangue dei pazienti. L’80-90% dei casi è di tipo sporadico - riepiloga Gustincich -, cioè la malattia non è di origine genetica». L’attenzione all’espressione dei geni nel sangue è data dalla mutazione che mostrano gli stessi in presenza della malattia. Avviato da quattro mesi, il progetto proseguirà per tre anni.

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