Sistemato il capriolo finto “Stefi” Intanto sparisce il gemello “Lele”

Il riposizionamento in Boschetto della sagoma cui era stata staccata la testa rovinato dal furto, poco prima, dell’altra figura a bordo strada 
Laura Tonero
Silvano Trieste 2021-08-26 La nuova sagoma del capriolo
Silvano Trieste 2021-08-26 La nuova sagoma del capriolo

il caso



I vandali tornano a colpire e ad accanirsi sulle sagome in legno a forma di capriolo sistemale lungo il Viale Al Cacciatore, la strada del Boschetto. Nella notte tra mercoledì e ieri, a poche ore dal riposizionamento di “Stefi”, la figura sistemata a 200 metri dalla Rotonda del Boschetto a cui era stata spaccata la testa il 29 luglio, ignoti hanno rubato pure “Lele”, l’altra sagoma istallata poco più su, a qualche decina di metri da piazzale Vittime della Strada. Un gesto vile che ha mandato su tutte le furie l’assessore con delega all’Ufficio zoofilo Michele Lobianco: «Il tasso di inciviltà che si riscontra è irricevibile, in questo caso si tratta anche di furto e, dunque, come Comune procederemo con una denuncia contro ignoti. Ma io non demordo, e anticipo che, dopo il riposizionamento di stamani della sagoma che abbiano chiamato “Stefi”, anche l’altra tornerà al suo posto. Vedremo di prendere qualche accorgimento in più».

A scoprire che qualcuno aveva smontato dal supporto in metallo la sagoma del capriolo “Lele”, portandosela poi via, è stato lo stesso assessore mentre, ieri mattina, stava percorrendo il Viale Al Cacciatore, pronto a farsi immortalare accanto alla risistemata “Stefi”. Le due sagome in legno realizzate dal maestro Stefano Lo Presti erano state istallate ai bordi del Viale Al Cacciatore a maggio. L’obiettivo dell’iniziativa, che gode della collaborazione dell’Enpa, è quello di sensibilizzare agli automobilisti, ricordando loro che su quella lunga strada spesso si muove la fauna selvatica che popola i 60 ettari del Bosco del Farneto. In primis proprio i caprioli. Il Cras dell’Enpa ricovera ogni anno diversi esemplari investiti. Agli animali che sopravvivono vengono garantite cure e l’assistenza. Gli esemplari che riescono a riacquistare autonomia vengono liberati, gli altri trovano ospitalità proprio tra i recinti dell’Oasi del Farneto. La sistemazione di sagome di fauna selvatica a bordo strada, in siti soggetti a frequenti attraversamenti di animali, è una soluzione già adottata in Trentino Alto Adige, Austria e Germania e nella vicina Slovenia.—



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