Slovenia, in classe senza mascherina fino a 11 anni

/ LUBIANA Resta sempre molto preoccupante lo scenario disegnato dall’epidemia di Covid-19 in Slovenia. Ieri i nuovi contagi nelle ultime 24 ore sono stati 114 con un nuovo preoccupante focolaio sviluppatosi tra i dipendenti della Perutnina Pivka, industria che produce pollame per la vendita nei supermercati.
Secondo gli ultimi dati, 46 dipendenti sono stati contagiate e altri 71 sono in quarantena. Venerdì, l’Istituto nazionale della sanità pubblica (Nijz) ha inviato un'unità mobile di laboratorio per la raccolta dei tamponi. Secondo quanto riportato da Tv Slovenia, circa 100 dipendenti di Perutninar Pivka sono stati testati a Pivka nei giorni scorsi e, con l'aiuto di un laboratorio mobile, l'azienda ha annunciato test di tutto il personale. I risultati del test saranno noti a breve. Se verranno confermati molti contagi, i lavoratori dell’azienda Delamaris, attualmente in congedo collettivo, verranno temporaneamente trasferiti a Pivka. Allo scoppio delle infezioni, la direzione dell’azienda ha garantito che il consumo dei propri prodotti non costituisce un rischio per la salute umana come confermato anche dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare.
Nelle scorse ore c’è stata un po’ di confusione tra l’opinione pubblica e alcune categorie sociali e imprenditoriali dopo l’emanazione dei nuovi decreti limitativi del governo. Le aziende, ad esempio, non sanno ancora da quando scatterà l’obbligo di misurare la temperatura corporea dei dipendenti al loro ingresso sul posto di lavoro. Ma c’è di più. Della questione è stato investito anche l’ufficio del Commissario per l’informazione (una sorta di nostro garante della privacy) Mojca Prelesnik la quale suggerisce che gli imprenditori e la direzione del Nijz dovrebbero ottenere o integrare una valutazione del rischio di diffusione del virus in azienda da specialisti in medicina del lavoro e introdurre tutte le misure in modo tempestivo. Un’altra levata di scudi si è avuta anche dalle maestre degli asili e delle scuole elementari, supportate dai genitori e anche dai sindacati di categoria che hanno protestato al ministero dell’Istruzione. Motivo del contendere: le mascherine obbligatorie che, come previsto dal decreto di governo, erano obbligatorie per gli alunni fino alla sesta classe, ma anche per gli insegnanti. E così davanti a minacce di scioperi o di famiglie disposta a non mandare i propri bambini in classe è giunta ieri una circolare chiarificatrice dal parte degli uffici governativi.
Le mascherine da ieri sono obbligatorie in Slovenia negli spazi pubblici chiusi, indipendentemente dal fatto che si possa mantenere una distanza interpersonale di due metri. Mascherina che però potrà non essere indossata durante le lezioni dai bambini coinvolti in programmi educativi negli istituti fino al 6 ° anno di scuola elementare incluso. Sebbene inizialmente annunciato in modo diverso, il governo ha incluso anche educatori prescolari e assistenti educatori nello svolgimento di lavoro diretto con i bambini tra le eccezioni a cui il decreto non si applica. Gli alunni dal 7 ° grado della scuola primaria in poi e gli alunni delle scuole secondarie non dovranno indossare maschere se nell'attività didattica possono essere previsti almeno 1,5 metri di distanza. Roba da geometri. —
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