Smascherato un giro di squillo in Istria

Presi gli sfruttatori. Il “mercato” attivo a Rovigno, Parenzo, Pisino e Pola. Gli appuntamenti si prendevano in una boutique

POLA. Mezz’ora di sesso a 400 kune (54 euro), per un’ora 600 kune (81) euro. Sono le tariffe praticate dalle ragazze che vendevano amore non in strada, ma in abitazioni prese in affitto e nelle stanze d’albergo i cui sfruttatori sono finiti in manette nell’operazione Žeko (coniglietto).

Un troncone dell’organizzazione era presente in Istria, per la precisione a Parenzo, Rovigno, Pisino e Pola. Una delle ragazze Ivana K. ha raccontato la sua squallida storia al quotidiano Jutarnji list dicendo di esser entrata nel giro delle squillo tramite la conoscente Kristina finita poi in Olanda, per permettere al figlioletto una vita perlomeno decente, comperandogli tutto di cui ha bisogno.

Metà del guadagno finiva nelle mani degli sfruttatori precisa e a me rimanevano almeno 20.000 kune (2.700 euro), una cifra niente male. In Istria continua il racconto, si lavorava soprattutto d’estate. Gli incontri piccanti con i clienti venivano concordati nella boutique di cui è proprietaria Ramajana Brnjas, la moglie del cervello dell’ organizzazione Tomislav Brnjas entrambi finiti in manette.

Le altre ragazze del giro e io venivamo contattate tramite sms con messaggi in codice: “pušica” (bacino) significava mezz’ora di sesso, “puša” (bacio) stava invece per un’ora intera e in più venivano indicati il luogo e l’ora delle prestazioni.

Per il marketing o vendita delle prostitute continua il racconto Ivana K., si ricorreva alle inserzioni su Internet dove le ragazze venivano offerte come escort o dame di compagnia.

Per i coniugi Brnjas cosi ancora Ivana K. ho lavorato dal 2011 al 2012 per poco più di un anno, poi ho smesso trovando lavoro ma senza sesso a pagamento, in un locale notturno a Zagabria. Nessun accenno invece ai clienti.

L’Istria come detto era solo una ramificazione dell’organizzazione che operava per lo più a Zagabria, Varaždin, Spalato, Ragusa e nella citta’ tedesca di Manheim.

Per allontanare il pericolo di irruzioni o razzie della polizia, i coniugi Brnjas avevano ingaggiato un poliziotto che in cambio di soldi ovviamente spifferava le dovute informazioni. Anche lui è finito nella rete.

In tutto sono state arrestate 8 persone, tra cui tre donne denunciate per associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. L’operazione della polizia era iniziata nell’ottobre scorso con il coinvolgimento di varie questure nonchè della Procura di stato.

Ora si tratterà di vedere se qualcuno degli sfruttatori possiede una lista degli abituali clienti delle “proprie” ragazze squillo. Se ciò fosse contenuto in qualche pc o in qualche tablet potrebbe essere veramente una mina vagante e non solo per l’Istria ma anche per l’area triestina e friulana che non disdegna le puntate hard oltre confine, anzi, oltre due confini.

(p.r.)

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