Solaris, tra idrogeneratori e materiali green: «C’è voglia di sostenibilità»
Federico Gambini è il presidente della società con sede ad Aquileia. Acquisito anche un marchio specializzato in grandi dimensioni

Una crescente attenzione alla sostenibilità, che investe i processi produttivi, gli stabilimenti di produzione e le imbarcazioni. Secondo Federico Gambini, presidente di Solaris Yacht, società con sede ad Aquileia che dal 1974 costruisce barche a vela, le nuove tendenze sul fronte del segmento di lusso degli yacht e megayacht riguardano l’ecosostenibilità.
Per l’azienda, che da qualche anno ha acquisito una società in provincia di Forlì, dove produce la linea a motore Solaris Power, si conferma il trend di crescita indicato nel report di Confindustria Nautica: «La società è cresciuta moltissimo, passando da 120 a 160 dipendenti, con un indotto che occupa altre decine e decine di persone, e pochi di meno a Forlì, per un totale di circa 250 persone tra diretti e terzisti», dice Gambini. «In tutto il settore il periodo post Covid ha visto crescere le vendite: da qualche decina di barche all’anno quest’anno dovremmo consegnare oltre un centinaio di barche, per un fatturato intorno ai 90-100 milioni di euro. La nostra crescita per il 2022 è in linea con quanto indicato dal report di Confindustria Nautica».
Gambini, quali sono le differenze per Solaris tra il mercato a vela e quello a motore?
«Nel primo siamo un marchio consolidato, un player importante a livello europeo, mentre nel secondo, che è molto più grande, siamo partiti con la produzione tre anni fa e ora stiamo guadagnando fette di mercato. Aquileia resta il nostro sito produttivo per le barche a vela, con fornitori sia locali, specie sul fronte legno e tappezzerie, e mondiali, sul fronte albero e motori».
Quali le novità su questo fronte?
«Due anni fa abbiamo acquistato il marchio Cnb di Beneteau, specializzato in yacht a vela di grandi dimensioni. Da quest’anno li costruiamo noi ad Aquileia, insieme al marchio Solaris: attualmente abbiamo la prima imbarcazione di questo tipo in produzione».
Quali sono i vostri mercati di riferimento?
«Sono mercati principalmente esteri. Per la vela arriviamo anche ai due terzi delle commesse dall’estero, spaziando dall’Europa all’Australia, alla Corea, a Hong Kong, con qualche pezzo negli Stati Uniti e in America latina. Sul fronte motore invece stiamo entrando nel mercato degli Stati Uniti, che è il principale per questo tipo di imbarcazioni».
I vostri modelli?
«La nostra è una produzione di fascia alta, che per la vela spazia dai 40 agli 80 piedi, con il più grande che raggiunge i 111. I costi vanno da 450 mila euro a 4-5 milioni. Sul motore invece il range è inferiore, si va dai 450 mila a 1,5-2 milioni, e non produciamo ancora barche di grandi dimensioni. Ma per quanto si tratti di due mercati completamente diversi, abbiamo potuto sfruttare anche sul motore la nostra esperienza costruttiva di ormai mezzo secolo».
Le nuove tendenze?
«Una crescente attenzione da parte dei clienti alla sostenibilità, che per Solaris si traduce in processi produttivi e stabilimenti di produzione conformi ai più elevati standard. Per quanto riguarda le imbarcazioni, sul fronte vela stiamo lavorando a un Eco Park, per inserire su richiesta pannelli solari calpestabili, idrogeneratore e utilizzo di materiali eco-compatibili. L'obiettivo è quello di cercare di rendere la barca autosufficiente per le principali esigenze, senza l'ausilio di generatore a gasolio. Sul fronte motore molti dei nostri modelli sono diventati il punto di riferimento per il ridotto consumo di carburante, possibile grazie allo sviluppo di forme di carena specifiche per le moderne tipologie di propulsione, al contenimento dei pesi e alla loro corretta distribuzione».
Il futuro?
«Dovremo vedere se questa crescita esponenziale post Covid si assesterà e a quale livello. Dal nostro punto di vista guardiamo con ottimismo al futuro: siamo convinti di avere una posizione consolidata per quanto riguarda la vela e ottime prospettive per il mercato a motore».g.b.
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