Sondaggio Swg: il Friuli Venezia Giulia “frena” la rimonta del Cav

Intenzioni di voto in regione per le politiche 2013: la coalizione di centrodestra riduce le distanze dallo schieramento di Bersani Ma i consensi del Professore di Grillo rendono in salita la strada dell’ex premier
20090328 - ROMA - POL - PDL: CONGRESSO; BERLUSCONI, NOSTRA VERA MISSIONE E' CAMBIAMENTO. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante il suo intervento nel giorno conclusivo del 1° Congresso Nazionale del Popolo della Liberta', questa mattina alla nuova Fiera di Roma. ''Abbiamo il peso della conduzione della nazione, dobbiamo pensare alle future generazioni ma l'impresa del cambiamento non ci spaventa: e' la nostra vera missione''. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, dal palco del congresso del Pdl. ''Non siamo - ha aggiunto il presidente del consiglio - il riflesso di una utopia visionaria ma una felice espressione della cultura del nostro tempo che rifugge dalle categoria della destra, del centro, della sinistra per guardare ai risultati''. ANSA/ALESSANDRO DI MEO/DRN
20090328 - ROMA - POL - PDL: CONGRESSO; BERLUSCONI, NOSTRA VERA MISSIONE E' CAMBIAMENTO. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante il suo intervento nel giorno conclusivo del 1° Congresso Nazionale del Popolo della Liberta', questa mattina alla nuova Fiera di Roma. ''Abbiamo il peso della conduzione della nazione, dobbiamo pensare alle future generazioni ma l'impresa del cambiamento non ci spaventa: e' la nostra vera missione''. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, dal palco del congresso del Pdl. ''Non siamo - ha aggiunto il presidente del consiglio - il riflesso di una utopia visionaria ma una felice espressione della cultura del nostro tempo che rifugge dalle categoria della destra, del centro, della sinistra per guardare ai risultati''. ANSA/ALESSANDRO DI MEO/DRN

TRIESTE. Silvio Berlusconi non è lontanissimo, non più di quando iniziò la rimonta, quasi completata, su Romano Prodi. Ma stavolta è più difficile, molto di più. In Friuli Venezia Giulia il Cavaliere è sceso a quasi -4 punti rispetto al centrosinistra, ma non è più “uno contro uno”. E se Mario Monti fatica, la protesta incarnata da Beppe Grillo tiene e nega al centrodestra gli spazi di recupero che nel 2006 consentirono il miracoloso testa a testa che poi, di fatto, fu alla base della caduta del secondo governo Prodi. Swg, dopo aver reso note le intenzioni di voto nazionali, realizza il focus sulla regione, sulla Camera.

La differenza tra centrodestra e centrosinistra non appare incolmabile. Pd, Sel e Centro democratico viaggiano al 33,3%, Pdl, Lega Nord, La Destra e partitini pro Berlusconi sono al 29% (distanze appena più ampie sulla rilevazione nazionale: 32,8% contro 27,8%). Seguono nettamente distanziati il Centro (12,8%, con Scelta civica del Professore al 8,2% e Udc e Fli molto più sotto, probabilmente penalizzati dal premier uscente) e Movimento 5 Stelle (16,3%). Senza ambizioni di vittoria Rivoluzione civile (4,7%), Fare di Giannino (2,1%) e la lista Pannella (0,9% come l’insieme della voce “altri”).

La prima considerazione del vicepresidente di Swg Maurizio Pessato riguarda l’inseguimento di Berlusconi: «I punti di scarto non sono tanti ma neppure pochi. E, soprattutto, hanno un rilievo diverso rispetto alle politiche del 2006». Dallo show di Vicenza davanti agli industriali, il Cavaliere avviò un’imperiosa rimonta, ma in condizioni diverse. «Allora non c’era la lista Monti – ricorda Pessato –, mentre l’Udc era un alleato di Berlusconi. Oggi c’è pure Gianfranco Fini da un’altra parte: a dispetto dal risultato limitato di Fli, il presidente della Camera ha portato via una parte non irrilevante di voto del centrodestra che, se non è rimasta sulla sponda futurista, non ritorna in ogni caso al Pdl. E ancora – prosegue il vicepresidente di Swg –, Berlusconi continua a pagare la sconfitta di aver dovuto lasciare il governo del 2011, oltre a un’intesa con la Lega Nord che in questo momento, diversamente dal passato, le basi dei due partiti non considerano il migliore dei matrimoni». Di qui l’impressione «che il Cavaliere non porterà la rimonta fino in fondo». Il dato friulgiuliano alla Camera, più favorevole al centrodestra rispetto a quello nazionale, è in realtà meno netto rispetto al passato in una regione in cui quello schieramento è solitamente più votato. «Quasi che le polemiche nazionali abbiano inciso più del solito – rileva ancora Pessato –, senza contare che Monti e Grillo sono variabili che prima non c’erano».

Resta da valutare l’effetto astensione: «Una parte dell’elettorato di centrodestra sta ancora alla finestra, come in tutto il Nord». Monti e Grillo, dunque, frenano il Pdl. Senza peraltro riuscire a fare intravedere loro chance di vittoria. Il candidato del Centro fatica rispetto alle attese, innanzitutto quelle della sua coalizione. «Il fatto che ad autunno il centrodestra fosse davvero allo sbando – prosegue Pessato –, con i dubbi su Alfano e le incertezze sulla discesa in campo di Berlusconi, lasciò emergere uno spazio concreto per una terza forza. Ora però che Berlusconi è ritornato a fare il trascinatore, con un apporto anche simbolico, l’opzione terzopolista appare in difficoltà». Ma c’è anche un altro problema. Secondo Swg, il fatto che sia già chiaro che la vittoria non arriverà, porta i potenziali elettori di Monti a preferire un voto per Pd o Pdl. In sostanza, per quanto il premier provi a non parlarne, l’accordo con partiti tradizionali ha smorzato la vena di originalità di Scelta civica. E Grillo? Il voto di protesta resiste. Non sfonda il 20% ma tiene un mano un solido 16,3% (è il 18% nella rilevazione nazionale) che di fatto dà al M5Stelle un ruolo di terzo incomodo. Sono i voti che mancano a Berlusconi e Monti per scalzare il Pd dal ruolo di netto favorito.

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