Sos all’Europa per salvare il panfilo del Maresciallo

FIUME. Arrugginito da far paura, costoso neanche fosse uno yacht in piena forma. È l'ex residenza galleggiante di Josip Broz Tito, la nave Galeb, ormeggiata da anni in porto Baross a Fiume. L'unità che dal 1953 al 1979 portò il padre-padrone della Jugoslavia per i mari di tutto il mondo, è di proprietà della Città di Fiume dal 2009. L'acquisto avvenne otto anni fa per la cifra di 790 mila kune, circa 106 mila euro, e da allora le spese di mantenimento - tra equipaggio, tassa di stazionamento, manutenzione e piccole riparazioni - hanno toccato il milione di euro e anche qualcosina in più.
Le polemiche naturalmente si sprecano, l'opposizione di centro e centrodestra a Fiume si scaglia ciclicamente sulla coalizione di centrosinistra al potere, rinfacciata di essere spendacciona e jugonostalgica, «sempre legata alla figura di dittatore rappresentata da Tito». La città va avanti per la sua strada e dopo il fallimento del progetto che doveva trasformare la Galeb in albergo-museo galleggiante, ha deciso di rivolgersi a Bruxelles, chiedendo di poter ottenere denaro comunitario per dare il via al restauro di questa vecchia nave, varata nel 1938, e inserito nel Registro dei beni culturali della Repubblica di Croazia.
La Galeb è stata integrata al progetto di ristrutturazione dell'edificio (ex Zuccherificio fiumano) che un tempo ospitava l'azienda Bencic. La nave e il palazzo sono collegate da una specie di passeggiata tematica, candidata all'ottenimento di mezzi dai fondi dell'Unione europea. Si è voluto unificare i due progetti perché in questo modo le possibilità di successo sono maggiori, così da palazzo comunale a Fiume, con l'amministrazione cittadina dell'avviso di poter ricevere circa 10 milioni di euro. La richiesta ha ottenuto un primo parere positivo da parte di Bruxelles, il che ha contribuito a far crescere l'ottimismo in riva al Quarnero sulla buona riuscita della candidatura. Intanto però la Revisione statale croata ha bacchettato l'amministrazione del sindaco Vojko Obersnel nella sua relazione per il 2015, in cui l'ex nave scuola Galeb è tra i temi maggiormente trattati e criticati.
Nel documento si legge, tra l'altro, che prima di effettuare l'acquisto andava fatta un'accurata analisi su giustificazione dei costi e sul riutilizzo dell'imbarcazione, il che ha portato di anno in anno a spese elevate. Nel 2015, dalle casse comunali sono state stanziate per la Galeb ben 425 mila kune (57 mila euro), il che ha fatto salire la cifra complessiva a 7 milioni e 534 mila kune (1 milione e 14 mila euro). Non poco per questa nave, sì storica, ma finora capace soltanto di fagocitare somme importanti, senza alcuna utilità per i contribuenti. Qualche tempo fa, ma l'idea è stata accantonata, si era proposto di trainare la Galeb al largo del Quarnero per poi affondarla, trasformandola in una risorsa per il turismo subacqueo.
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