Spaccio, 17enne arrestato a Torino

Il giovane si era rifugiato da amici. Anche lui “operava” a Trieste

Bloccato a Torino, dove si era rifugiato a casa di alcuni amici una volta venuto a sapere degli arresti effettuati nell’ambito della maxi operazione transfrontaliera anti-droga denominata “Bubi” (dal soprannome di uno dei capibanda dell’organizzazione che spacciava in particolare sul “mercato” triestino), portata avanti congiuntamente dalla Squadra mobile di Trieste assieme alla Polizia criminale di Capodistria. Un’indagine coordinata dalla Procura triestina, segnatamente dal sostituto procuratore Federico Frezza.

A finire in manette, due giorni or sono, in Piemonte è stato un diciassettenne albanese accusato di concorso in spaccio: l’intervento degli agenti della locale Squadra mobile è arrivato su input dei colleghi triestini e in seguito alla disposizione del pm della Procura dei minori, Chiara Degrassi.

Il ragazzo è stato trasferito in una comunità per minorenni. Dall’inchiesta è emerso come spacciasse in particolare nella zona di Trieste. Quello di due giorni fa è dunque il decimo arresto dell’operazione “Bubi”. L’azione coordinata tra Italia e Slovenia ha complessivamente registrato tra il maggio scorso e ottobre 40 perquisizioni con il sequestro di un chilo e mezzo di cocaina, 750 grammi di hashish e di oltre 27mila euro in contanti.

Nei giorni scorsi erano stati arrestati i due capibanda, cioè l’albanese Ibrahim Rezi e l’italiano Francesco Scovino, e inoltre Spartak Mucollari, Davide Crippa, Franco Di Matola, Ilmi Qamo, Alessandro Aleister Schiafini e altre due persone di cui non sono state rese note le generalità.

La polizia, anche attraverso pedinamenti e intercettazioni ambientali, aveva portato a galla una rete di spaccio che riusciva a rifornirsi di “coca” di qualità sempre più alta e più pura, tanto da alzare il prezzo al grammo da 70-80 euro sino a 110-120. (m.u.)

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