Spaccio di ossicodone, due condannati a Trieste

Dieci mesi a Maurizio Bubbini e un anno e due mesi a Dalibor Milosevic. Vendevano il potente oppiaceo con ricette facili

TRIESTE Doppia condanna: per truffa ai danni dell’Azienda sanitaria e per spaccio. Il giudice Luigi Dainotti ieri ha emesso il verdetto in rito abbreviato nei confronti del 37enne Maurizio Bubbini e il 33enne Dalibor Milosevic, le due persone coinvolte nell’inchiesta sullo spaccio di ossicodone con ricette false. I due erano difesi rispettivamente dagli avvocati Stefano Alunni Barbarossa e Andrea Cavazzini. Dieci mesi e 500 euro di multa per il primo, che dovrà scontare l’intera condanna, cui si aggiungono anche altri dieci mesi per una delle tre evasioni dai domiciliari, in cui già si trovava per altri reati precedenti, commessa proprio per andare a ritirare le ricette di ossicodone prescritte senza alcun piano terapeutico dal medico triestino Giorgio Specic Bercic. In più, 15 mila euro di risarcimento a favore dell’AsuiTs. Un anno e due mesi di carcere e 600 euro di multa invece per Milosevic, pena però in quest’ultimo caso sospesa, e la richiesta di risarcimento di 17 mila euro per la parte civile, l’Azienda sanitaria.

Le due condanne arrivano in seguito alle indagini della Squadra mobile che grazie a intercettazioni, pedinamenti e registrazioni video aveva scoperto che Bubbini e Milosevic si recavano frequentemente nell’ambulatorio di via Cicerone del medico triestino Giorgio Sepcic Bercic – ora ai domiciliari, accusato di aver staccato un elevato numero di ricette per ossicodone a svariati tossicodipendenti senza alcun piano terapeutico – per farsi prescrivere il medicinale: un potente oppiaceo analgesico narcotico, simile alla morfina, usato per i dolori intensi di natura oncologica e neuropatica. I tossicodipendenti talvolta lo utilizzano come sostanza stupefacente e spesso come sostituto dell’eroina. Negli ultimi anni l’assunzione della sostanza, che dà dipendenza, ha preso piede tra i giovanissimi. Stando alle indagini della Squadra mobile, dopo aver ritirato il medicinale in farmacia, Bubbini e Milosevic in alcune circostanze si tenevano le pastiglie di ossicodone, mentre altre volte le rivendevano ad altri. Il prezzo veniva concordato di volta in volta. Una decina di pasticche, ad esempio, poteva costare fino a 50 euro. Talvolta il prezzo era più alto: 10 euro l’una. Un blister intero, invece, si poteva ottenere con 70 euro. Un vero e proprio spaccio, insomma.

Le indagini sono state avviate in seguito a una segnalazione dell’Azienda sanitaria, che a partire dal 2014 aveva riscontrato un’insolita impennata di persone dipendenti da ossicodone: tossicodipendenti che si recavano abitualmente al Sert e che dichiaravano di aver iniziato a prendere la sostanza in quanto ritenuta «efficace, legale, diffusa tra i coetanei e di facile reperibilità». Ma i sospetti erano sorti anche nelle farmacie dove le persone, note per la loro dipendenza da sostanze stupefacenti, si recavano di continuo.

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