Spalato, consegnato al papà italiano il bimbo conteso
Il bimbo conteso da anni in Croazia fra la madre croata Nina Kuluz, condannata in Italia per il rapimento del figlio, e il padre italiano, l'imprenditore torinese Alessandro Avenati, è stato consegnato ieri al papà, a Spalato, ed è di ritorno in Italia. Giorni fa il Tribunale di Spalato aveva ordinato la consegna del piccolo di 9 anni, come previsto da una decisione del 2012 della giustizia italiana. Dopo la separazione dei coniugi, cui non è però seguito il divorzio, la madre aveva portato il bambino in Croazia. Dopo una denuncia di Avenati, un tribunale di Torino ha dato ragione all’uomo e condannato la donna per rapimento negandole la custodia congiunta. Kuluz ha tentato ogni via legale e mobilitato l'opinione pubblica croata. Per lei si erano espressi molti politici e personalità pubbliche croate, fra cui l'arcivescovo di Spalato, monsignor Marin Barisic, insistendo che il benessere del piccolo, che ha finora trascorso la maggior parte della propria infanzia con la madre, dovrebbe essere al primo posto in questo contenzioso. Ieri davanti alla abitazione di Kuluz è stata inscenata una piccola protesta di circa trenta persone: i manifestanti hanno mostrato le circa diecimila firme raccolte contro la consegna del minore al padre, e striscioni. Al Parlamento di Zagabria alcuni deputati sono intervenuti sulla vicenda affermando che si tratta di una ingiustizia per la quale soffrirà di più il bambino.
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